CASALPUSTERLENGO Ospedale civico Enzo e Rosy Rossi - Ospedali d'Italia

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CASALPUSTERLENGO Ospedale civico Enzo e Rosy Rossi

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Lodi

L'Ospedale di Casalpusterlengo trae origine dalla generosità del benemerito cittadino Gerolamo Cana-le, il quale nell'anno 1646, morendo, lasciò un legato di mille scudi romani.
Disponeva il donatore che con detta somma si provvedesse, entro sei anni dalla sua morte, alla co-struzione in Casalpusterlengo di un Ospedale a favore dei poveri infermi e dei pellegrini e che l'erigendo Ospedale venisse amministrato dalla Confraternita di S. Rocco, sotto il patrocinio di detto Santo.
La Confraternita di San Rocco  nel 1649 chiese ed ottenne, con la bolla 6 settembre 1649, del Vescovo Vidoni di Lodi, di accettare  e di eseguire la volontà del benemerito Canale.
La Confraternita acquistò una casa, attigua all'Oratorio di San Rocco e la destinò provvisoriamente al ricovero dei pellegrini intitolandola «Ospedale di San Rocco ».
Risulta peraltro che fino all'anno 1725 le rendite erano dedicate al solo ricovero di pellegrini.
Nel 1739 riscontriamo per la prima volta notizie di ammalati ricoverati.
In tale anno infatti il sacrista dell'Oratorio di San Rocco, incaricato solamente della custodia dei pellegrini, venne delegato di prestare  la sua opera anche come infermiere.
Fino all'anno 1750 le rendite dell'Ospedale vennero divise fra pellegrini e ammalati: ma essendo in tale anno cessato il pellegrinaggio per Roma e per i Luoghi Santi, le entrate vennero devolute soltanto agli infermi.
Il numero degli ammalati curati in quei tempi  dovette essere necessariamente esiguo.
Nel 1751 si registrarono infatti 485 giornate di presenza di ammalati e successivamente aumentando raggiunsero nel 1770 il numero di 1079 e nel ventennio 1781-1800 la media annuale 114 ammalati con 1985 giornate di presenza.
La direzione e la cura medica venne affidata gratuitamente da due Medici Condotti del paese.
Nel 1784 essendo, per effetto delle aumentate entrate, cresciuto il numero degli ammalati ammessi nell'Ospedale, si rese necessaria una riforma dello stabile ospitaliero, e fu deliberato di acquistare la casa sul sagrato della Chiesa di San Rocco che, dopo importanti modificazioni ed adattamenti, ospitò più confortevolmente gli ammalati in due ampi locali, uno a piano terreno, l'altro a piano rialzato.
Dopo l'anno 1800 l'Amministrazione dell'Ospedale passò dalla Confraternita di San Rocco alla Congregazione di Carità: la legislazione austriaca accentrò la gestione dei due Enti in un unico Amministratore.
Nel 1860 la Direzione dell'Ospedale ritornò alla Congregazione di Carità.
Nel 1830 per effetto della accresciuta disponibilità delle rendite, si rese possibile affidare l'assistenza degli ammalati, fino allora disimpegnata dal sagrista della Chiesa di San Rocco, ad un infermiere e ad una infermiera con stipendio fisso e con l'obbligo della continua permanenza di entrambi nell'Ospedale.
Inoltre nel 1844 si predispose un ampliamento dell'Ospedale conferendo al Pio Istituto quell'assetto edilizio che rimase immutato per molti anni.
Fra il 1800 ed il 1844 le giornate di presenza degli ammalati nell'Ospedale andavano continuamente aumentando, fino ad arrivare alla media di 4.330 suddivise sopra 160 individui.
L'aumento delle entrate consentì di accrescere gradualmente il numero dei letti a disposizione degli ammalati, cosicchè da 12 che erano nel 1850 vennero portati a 14 nel 1860 ed a 16 nel 1889.
In considerazione della differenza nel quantitativo delle richieste che si verificavano nella stagione umida e fredda in confronto di quelle della stagione asciutta e calda, si stabilì di mantenere 16 letti dal 1° aprile al 30 settembre, destinandone invece 20 per gli altri 6 mesi.
Risulta dai registri dell'Ospedale che il Nosocomio prestò servizio nel 1859 a favore di soldati di passaggio e, successivamente, dal 1862 al 1864, al battaglione accasermato in luogo, ricevendone un congruo compenso.
Nel ventennio dal 1875 al 1895 l'Amministrazione con il concorso del Comune e della Provincia di Mi-lano, provvide alla costruzione ed all'allestimento di bagni medicamentosi, che si effettuavano nei mesi di luglio e di agosto, per la cura degli ammalati di pellagra.
Infine nel 1889 si istituì la sala chirurgica, dotandola del materiale necessario per il suo funzionamento.
L'opera degli Amministratori della Congregazione di Carità si svolse sollecita al restauro edilizio che in quel tempo palesava pericolosi e notevoli ammaloramenti dovuti alla sua vetustà.
Lo spirito di benevolenza e di carità dei cittadini di Casale per le loro Istituzioni Pie, ebbe allora la sua riprova negli importanti lasciti di cui continuamente profittò l'Ospedale.
Nel decennio intercorso fra il 1899 ed il 1910 il progressivo aumento delle entrate patrimoniali, con-sentì alla Amministrazione dell'Ospedale di aumentare i letti disponibili e conseguentemente di permettere un maggior afflusso di degenti.
L'avvenimento più saliente nella storia di questo antico Ospedale è senza dubbio costituito dalla erezione del nuovo edificio ospitaliero iniziata nel 1923  voluto dalla generosità dei Signori Fratelli Rossi Cav. Bortolo e Consorte Vida Maria e Rossi Cav. Angelo.
L'Ospedale  nella nuova sistemazione, potè disporre di un vasto, moderno, elegante apparato edilizio, potè organizzare una dotazione ospitaliera medica in modo perfettamente rispondente ai postulati della scienza moderna.
Il vecchio Ospedale di San Rocco, mutò fisionomia: e fu una rinnovazione totale tanto da poter costituire, più che una rinascita, una nuova vita.

Fonte:  Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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