LECCO Istituto Vittorio Emanuele III - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

LECCO Istituto Vittorio Emanuele III

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Lecco

Il contenuto della scheda deriva integralmente dal testo di Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941 Pag 416

Sorto nel pensiero del dott. Nino Gazzaniga medico condotto di Lecco, che lottando contro vieti pregiudizi e interessi personali contrastanti, era già riuscito a raccogliere una cospicua somma chiedendo a tutti i volonterosi (fin dal 1919) il loro contributo, ma che non era riuscito a vedere coronato il suo sogno di medico e di filantropo per essere troppo presto scomparso, potrà avere la sua bella rapida, definitiva attuazione, grazie all'attività e alla tenacia dell'Ing. Giuseppe Badoni, Presidente dell'Opera Pia.
Ereditata ed accolta con ardente fede l'iniziativa del Dott. Gazzaniga, eretta l'opera in Ente Morale nel luglio 1923, l'Ing. Badoni poteva nell'ottobre 1926, invitare S. A. R. il Duca di Aosta per la posa della prima pietra dell'Istituto, essendo già in possesso di un cospicuo fondo che poteva con larghezza permettere la sicura attuazione del progetto. A poco più di un anno di distanza infatti, il 13 aprile 1928, con solenne cerimonia, S. M. il Re, inaugura l'Istituto che in perfetto assetto di arredamento, quindici giorni più tardi apriva le proprie porte ai malati di Lecco e di tutto il Circondario.
Il terreno, il fabbricato, l'arredamento, importarono una spesa di L. 1.800.000; vi contribuirono privati ed Enti pubblici.
L'Istituzione si prefigge il compito della profilassi e della cura della tubercolosi. Per questo, due sono essenzialmente le vie che essa batte: l'una di accertamento diagnostico, di propaganda e di soccorso a mezzo del Dispensario antitubercolare; l'altra di assistenza e di cura ai malati a mezzo della Sezione Ospitaliero-sanatoriale.
Queste due funzioni assistenziali che si completano e armoniosamente si fondono, trovano anche ricetto nel medesimo edificio, il quale fu per l'appunto progettato e costrutto per servire a questo duplice scopo.
L'Istituto sorge in località detta de « la Moneghina » nel centro si può dire industriale della nuova Lecco. Non bisogna infatti dimenticare che per la clientela dispensariale è essenziale di creare un Ambulatorio per le visite di accertamento, facilmente accessibile a tutti e quindi del tutto popolari. D'altro canto un amplissimo terreno di più vicino possibile agli ammassamenti urbani e soprattutto popolari.
D’altro canto un amplissimo terreno di mq. 12.000 piantumato in gran parte a conifere, circonda da ogni lato l'Istituto isolandolo completamente dall'abitato dal quale è anche separato da un'ansa del torrente Caldone che a guisa di S italica ne circonda per buon tratto il terreno costituendone un vero e proprio confine naturale.
Ingresso e cortile d'accesso con relativa cancellata riservata, dividono nettamente il pubblico che frequenta il Dispensario, dalla parte ospitaliero-sanatoriale che a sua volta ha un proprio ingresso separato e servito da diverso personale di portineria. Dal lato riservato alla Sezione ospitaliera, sorge un piccolo fabbricato rustico che ospita: una stalla, il « garage » e un piccolo appartamento per il guardiano e il medico assistente.
La parte centrale a tre piani comprende oltre la portineria e la Direzione, i servizi medici e gli impianti di laboratorio e di roentgen diagnostica e costituisce, con l'amplissimo atrio e la sala d'inchiesta, il Dispensario profilattico antitubercolare propriamente detto; le ali, a due piani, sono riservate a la sezione di cura e accolgono malati adulti dei due sessi permettendo a mezzo di scale diverse e di servizi indipendenti, la più netta separazione in modo che ogni comunanza tra uomini e donne è sicuramente evitata.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu