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TORINO Clinica Pintor

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Il 12 gennaio 1904 Arturo Pinna Pintor inaugurò a Torino la sua Clinica Ginecologica in Corso Regina Margherita 6, attualmente esistente nel complesso residenziale dell’ospedale Gradenigo: “Le donne vi avrebbero trovato – sono parole sue – un ambiente gradito e massimamente riservato, assieme ai mezzi di cura meglio rispondenti agli odierni progressi della specialità: l’assistenza ed il confort di famiglia”.
Questi stessi concetti hanno ispirato per più di cento anni il lavoro della clinica: eccellenza della prestazione medica, personalizzazione del rapporto fra medico e paziente, accoglienza di qualità; a questo carattere “elitario” dell’istituzione si era anche aggiunta una valenza sociale, con l’istituzione di un “ambulatorio gratuito per le ammalate meno abbienti”.
Nel 1913 la Clinica venne trasferita nel nuovo edificio appositamente costruito in Via Vespucci, tuttora sede della Clinica, e nel corso degli anni si apportarono parecchie modifiche: dal 1928, quando si aggiunsero 2 piani, passando da 30 a 60 letti sino al 1974, con una soprelevazione dell’edificio che permise di raggiungere gli attuali 7 piani ed una capienza di 100 letti.
L’attività della Clinica, che subì nel corso della prima guerra mondiale, dal 1916 al 1919, un arresto, riprese dal 1923 estendendosi anche ad altre specialità.
Dal 1920 la direzione dell’assistenza infermieristica e dei servizi generali venne affidata alle Suore Terziarie Carmelitane di S. Teresa, che tuttora prestano la loro instancabile opera.
Nel corso della seconda guerra mondiale la Clinica fu colpita e resa inutilizzabile dai bombardamenti aerei di Torino del 1943-1944; in quella occasione il tentativo di trasferire la Clinica in una sede provvisoria a Beaulard, in Val di Susa, fu in realtà una protesta simbolica per non arrendersi alla forza degli eventi più che una valida strategia per garantire la continuità del lavoro durante il periodo bellico.
Alla fine della guerra Arturo Pinna Pintor ritrovò un edificio molto danneggiato, ed ormai ottantenne ne curò il restauro per garantirne la ripresa.
Alla sua morte, il 30 novembre 1951, il figlio Plinio, trentenne, assunse la direzione della Clinica continuando l’opera del padre, affrontando il primo grande impegno: il completamento del restauro post bellico.
A quell’epoca la clinica svolgeva attività prevalentemente privatistica ed in parte, con un reparto dedicato, a favore delle mutualità aziendali.
Lo sviluppo successivo richiese una ulteriore sopraelevazione edilizia, che si realizzò fra il 1969 e il 1974: i posti letto salirono da 60 a 100 .
Nel 1985 venne installata la Risonanza Magnetica, prima in Piemonte e, nello stesso anno, fu avviato un progetto di collaborazione cardiochirurgica con l’Ospedale St. Antonius di Utrecht per rispondere alla imponente domanda di chirurgia coronarica a partire dalla fine degli anni Settanta fino al 2001.
L’impegno all’aggiornamento tecnologico – dagli anni 80 ai giorni nostri – ha garantito per ben 3 volte la sostituzione dei grandi impianti diagnostici quali RM, TAC e sala angiografica, cosi come molte altre attrezzature ad alta tecnologia.
Per assicurare sempre la massima sicurezza dei pazienti, gia dal 1997 sono stati utilizzati Impianti di videosorveglianza nel reparto di terapia intensiva, sub intensiva e nido.
Nel Novembre del 2009 è stato istallato nel nido del reparto ostetrico, un impianto di monitoraggio continuo dei parametri vitali (saturimetri e frequenzimetri) per garantire la sicurezza a tutti i neonati sani; servizio adottato per la prima volta in Europa.
La rete informatica, tra le prime realizzazioni gestionali sanitarie in Italia, completamente integrata in tutti i reparti già dal 1982, dispone oggi di circa 80 stazioni di lavoro e serve tutte le attività della Clinica.
A più di cent’anni dalla fondazione, dopo un arco di tempo in cui la storia della medicina e dell’organizzazione sanitaria hanno vissuto trasformazioni inimmaginabili, la Clinica può asserire di aver mantenuto fede agli intenti originari di Arturo Pinna Pintor, cioè l’eccellenza medica e tecnologica e la qualità dell’assistenza, e di aver dato un contributo non indifferente alla sanità piemontese e italiana.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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