BOLOGNA Ospedale pediatrico Gozzadini - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

BOLOGNA Ospedale pediatrico Gozzadini

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Bologna > Città

https://www.storiaememoriadibologna.it/ospedale-gozzadini-3715-luogo


È doveroso ricordare come la prima idea di fondare in Bologna un Ospedale per bambini fosse stata manifestata dal senatore prof. Giacomo Novaro il quale nel 1892, che in occasione delle nozze di argento di Umberto e di Margherita di Savoia, aprì sul Resto del Carlino una pubblica sottoscrizione contribuendo personalmente con una prima offerta di L. 2000. Ma i fondi raccolti con tale mezzo non furono sufficienti all'attuazione e non si sarebbe forse venuti a nulla di concreto se nel 1908 la contessa Gozzadina Gozzadini, non avesse fatto una generosa donazione dei suoi averi a favore degli Ospedali di Bologna destinandoli alla costruzione di un ospedale per i bambini.
Approvato il progetto, il 12 giugno 1909, commemorandosi allora in Bologna il 50° anniversario della liberazione dal dominio straniero, fu posta la prima pietra dell'Ospedale per i bambini e poté essere solennemente inaugurato nel 1913, in occasione del VIII Congresso di Pediatria. Per ragioni varie, non si poté dare subito inizio al funzionamento del nuovo Ospedale e frattanto, essendo scoppiata un anno dopo la guerra, fu ritenuto opportuno di concedere l'uso di quei vasti locali alla Sanità Militare per l'assistenza dei soldati feriti e malati.
Così, l'Ospedale Gozzadini,  durante tutto il periodo della guerra, fu uno dei più impor-tanti centri sanitari della città di Bologna. Ed anche dopo la cessazione delle ostilità  fu lasciato ancora in uso della Sanità militare per le provvidenze a favore dei Mutilati. Ottenuta infine la riconsegna, si poté nel 1921 dare inizio ai lavori di restauro ed il 31 agosto 1922 finalmente la Clinica Pedia-trica poté fare il trasloco dei propri malati e poté così stabilirsi nella sua nuova sede.
Il padiglione d'ingresso, a due piani, conte-neva i locali per la direzione, gli ambulatori, l'aula, i laboratori e le stanze per i medici di guardia. Il secondo padiglione, il più vasto ed intitolato Regina Margherita, pure a due piani, accoglieva i malati di forme comuni, mediche e chirurgiche non contagiose: esso era suddiviso in quattro reparti, ognuno dei quali fornito di due vaste infermerie nelle quali i malati potevano essere distribuiti a seconda dell'età, del sesso e del genere di malattia (reparto lattanti, dormitorio separato per le nutrici, reparto tubercolosi, reparto tifosi, ecc.). V’erano anche camere separate per isolamento di malati gravi, camere per pensionanti, stanze da bagno, cucinette, ecc. Ogni reparto era fornito inol-tre di un vasto refettorio per i convalescenti e di una veranda a vetri, ampia e luminosa, per le cure di aria e di sole, specialmente utili nei mesi invernali. Gli altri tre padiglioni erano destinati alle malattie contagiose e cioè uno alla difterite (fornito di infermerie comuni, sale di operazione, stanze di separazione, camere per pensionanti, ambienti per convalescenti, verande ecc.), uno uguale per la scarlattina e il morbillo ed infine uno più piccolo, ad un sol piano, per l'osservazione, il quale era facilmente divisibile in tre reparti completamente indipendenti fra loro e forniti ciascuno di tutti i servizi necessari. I vari padiglioni comunicavano fra loro per mezzo di un passaggio sotterraneo mediante il quale si provvedeva alla distribuzione della biancheria, delle vivan-de, ecc. che venivano portate nei vari reparti per mezzo di elevatori elettrici. Tanto l'impianto di riscaldamento a termosifone. La capacità complessiva dell'Ospedale era di più che 200 letti. L'Ospedale era fornito di un gabinetto per cure fisiche (elettro-terapia, massaggio, cure di luce, lampada di quarzo, lampada solare, diatermia, ecc.) e di un gabinetto radiologico con impianto modernissimo donato all’Ospedale. Nel mezzo del giardino, vasto e ricchissimo di belle piante, sorgeva un solarium per l'eliotropia.
Oltre al servizio delle infermiere, funzionava un avviatissimo Ambulatorio attivo tutti i giorni nelle ore della mattina. Sezioni speciali di esso erano in particolar modo destinate alla cura dei bambini tubercolotici (cure vacciniche) e alle cure fisiche (elettroterapia, radiologia). Accanto al comune ambulatorio funzionava poi un Consultorio per lattanti ed Aiuto Materno, opera di beneficenza diretta a sorvegliare ed aiutare le donne povere allattanti. Al funzionamento dell'Ospedale nelle sue varie sezioni provvedeva il personale  della Clinica Pediatrica Universitaria coadiuvato dalle Suore dell'ospedale di S. Orsola. Amministrativamente l'Ospedale era unito all'Ospedale di S. Orsola.

Testo tratto dalla rivista 'Il Comune di Bo-logna', novembre 1925. Trascrizione a cura di Zilo Brati.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu