IMOLA Ospedale civile S. Maria della Scaletta - Ospedali d'Italia

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IMOLA Ospedale civile S. Maria della Scaletta

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Questa scheda è stata estrapolata dal sito "Storia e Memoria di Bologna". Il portale  dà voce ai protagonisti maggiori e minori della storia: i caduti bolognesi che persero la vita nella Grande Guerra e nella Resistenza, le vittime della strage di Monte Sole, i predecessori illustri o sconosciuti che riposano al Cimitero Monumentale della Certosa ed altri ancora.
I nomi dei protagonisti diverranno via via volti, immagini, storie che si intrecciano, fino a disegnare i contorni di un mondo che un po' ci appartiene, perché è quello da cui proveniamo.
I diversi database contenenti le informazioni sulle biografie, gli eventi, i luoghi, i monumenti e le opere, sono organizzati in scenari tematici, che rappresentano i “capitoli” di questo grande libro della memoria bolognese.

https://www.storiaememoriadibologna.it/ospedale-di-santa-maria-della-scaletta-3562-luogo


Le memorie della città e della Curia avvertono che dopo il secolo XII Imola e suo distretto o territorio contava non meno di quarantun ospedali per ammalati, vecchi, pellegrini, lebbrosi, fanciulli abbandonati. Il più cospicuo di tali istituti era l’ospedale detto della Scaletta, antichissimo, del quale si ignora l’anno esatto di fondazione, ma di cui si sa che già esisteva nel 1137 e si trovava sulla via Emilia od in prossimità di questa. Coll’andar del tempo gli ospizi maggiori e meglio organizzati assorbirono i minori e se ne incorporarono le rendite, e già nel secolo XV i quarantun ospizi d’Imola e suo distretto erano diventati cinque; poi, il 18 agosto 1488, furono tutti riuniti in uno solo, nel principale detto ab antiquo di Santa Maria della Scaletta.
L’ospedale di Santa Maria della Scaletta che, a quanto sembra, era cosiddetto per una scala esterna, che originariamente vi metteva dal vicolo dei Vaini, fu in quel turno ampliato e trasformato . Tale, salvo varianti ed ampliamenti suggeriti da mutate circostanze e dal progresso della scienza medica, durò il nosocomio imolese fin sullo scorcio del secolo passato. Ma constatandosene sempre più la insufficienza allo scopo, la insalubrità dei troppo vecchi locali, umidi, mal ventilati, ormai inadatti ed infetti, per ordine del cardinal-vescovo Bandi, nel 1781, l’architetto ed ingegnere Morelli diede mano ai lavori per l’erezione di un nuovo più grandioso edificio per la cura degli infermi, meglio adatto allo scopo ed alle crescenti esigenze della scienza. L’edificio ideato dal Morelli, salvo le successive modificazioni, è l’attuale in vicinanza della Rocca, luogo questo alquanto discosto dal centro abitato e, sotto ogni rapporto, in condizioni più consone allo scopo, tanto nel riguardo dei degenti quanto rispetto ai sani. Il nuovo edificio fu completato ed aperto all’esercizio nel 1800, dopo che gli infermi poveri erano stati per alcun tempo provvisoriamente allogati negli ampi locali del soppresso monastero di Santo Stefano.
Era il 1772 quando, presso l'Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, si iniziarono a curare i primi malati di mente. Nel 1841 il dott. Cassiano Tozzoli venne nominato direttore amministrativo e sanitario del nosocomio.  A quel tempo, il reparto psichiatrico era un ambiente malsano, senza assistenza medica specifica e poteva ospitare solo una quindicina di pazienti. Il nuovo direttore si dedicò pertanto alla costruzione di un nuovo stabile, più funzionale e capace di ospitare fino a sessanta pazienti.
Questo edificio, chiamato Asilo Psichiatrico, fu inaugurato nel 1844


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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