RUVO DI PUGLIA Ospedale di Pietà - Ospedali d'Italia

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RUVO DI PUGLIA Ospedale di Pietà

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La scheda è stata redatta dal Dott. Michele D’Ingeo  Istrutture Amministrativo della  Biblioteca Museo del Libro di Ruvo di Puglia.

Il più antico degli istituti di beneficenza di Ruvo di Puglia è il Monte di Pietà fondato nella piccola Chiesa del Crocefisso alla Piazzetta Fiume (oggi chiusa al culto), dal Protonotario Giovanni Brucoli nel 1558, arricchito successivamente nel 1576 dai lasciti del Sig. Bartolomeo Loria e della Signora Apollonia De Leo.
Da una vecchia Platea del Pio Monte ( A. Jatta - Per la riforma dell’Opera Pia Monte di Pietà fondata in Ruvo di Puglia nel 1558, Trani, Vecchi, 1885) si ricava che l’Istituto era sorto con lo scopo di sostenere un Ospedale. Un Ospedale infatti, fu istituito in uno stabile appartenente al pio luogo fuori Porta Noè, cioè nella vecchia taverna sul portone della quale è visibile un riquadro in cui è scolpita la Madonna della Pietà (attuale sede di una filiale di Poste Italiane).
Successivamente “l’ospedale” fu trasferito in un altro stabile del Monte di Pietà (composto da quattro stanze), sito alla Piazzetta sopra la Chiesa del Crocefisso (oggi Piazzetta Fiume) ove l’Ente esisteva ancora nella seconda metà del sec. XVIII, come risulta da atti successivi, in cui emerge che l’Ospedale fosse il principale scopo dell’Opera Pia Monte di Pietà.
Tale istituzione fu soppressa dal Vescovo Pietrangelo Ruggiero nel 1759 per dar vita ad un ospizio di orfane da mantenersi con i fondi del Monte suddetto. Ma neanche questo ospizio durò molto  e fu soppresso nel 1794, mentre il Monte destinò le sue rendite al mantenimento degli esposti e della Ruota.
Dal 1846 il Monte non provvide più direttamente al mantenimento degli esposti, ma versò solo a tale scopo un contributo annuo di £. 1.912,50 alla cassa del Comune. Nonostante le leggi delle Opere Pie del 3 agosto 1862 e 20 marzo 1865, l’indirizzo del Monte di Pietà rimaneva immutato.
L’Amministrazione dell’Opera Pia, nella seduta del 30 settembre 1884, alla luce del fatto che il Monte di Pietà non conseguiva più il fine voluto dai testatori (mantenimento di un ospedale) proponeva la costruzione di un nuovo edificio.
L’origine dell’ospedale di Ruvo di Puglia risale al 30 settembre 1884, quando l’amministrazione dell’Opera Pia, nata dal Monte di Pietà ravvide la necessità della costruzione di un nuovo edificio. Il progetto fu realizzato dall’ing. Pomodoro per una spesa di £ 16.000 su un suolo edificatorio messo a disposizione dal Comune in zona  S. Angelo.
L’Istituzione di assistenza Opera Pia chiese inoltre all’Amministrazione Comunale che, in base all’art. 24 della Legge 3 Agosto 1862, quest’ultima iniziasse le pratiche relative al trasferimento del Monte di Pietà in una struttura dallo stesso nome contenente un Ospedale, un limitato asilo di maternità e la ruota degli esposti.
Fu redatto uno Statuto, comprendente nove articoli, approvato con R.D. del 6 -2- 1887: il nome del nuovo ospedale era “Ospedale di Pietà”, ritenuto uno dei migliori della provincia.
Con delibera del 30 luglio 1914 n. 33 avveniva il raggruppamento dell’Ospedale alla Congregazione di Carità.
Con decreto del 15 nov. 1938 l’Ospedale di Pietà, il Ricovero di Mendicità e l’Asilo infantile venivano decentrati dall’Ente Comunale di Assistenza (ECA) e ricevevano amministrazione unica ed autonoma, dandosi nuovo statuto.
Per  70 anni, quindi, l’ente ospedaliero ruvese ha svolto le proprie funzioni allargando i propri confini anche ai comuni limitrofi. Una prima riforma sanitaria avvenne con la legge 132 del 12.2.1968 quando gli ospedali furono adeguati alle moderne esigenze terapeutiche, trasformandoli in luoghi di assistenza sanitaria per indigenti e in presidi qualificati per la salute del cittadino in grado di assicurare un’attenta opera di prevenzione contro le malattie.
Con D.P.R. n.1304 del 14 -7-1970, l’ospedale di Ruvo, già classificato di terza categoria, venne dichiarato Ente Ospedaliero con la denominazione “Ospedale di Pietà”, anche se furono effettuati vari tentativi per intitolarlo a Domenico Cotugno. (Cambio di denominazione di fatto mai avvenuta perché mai perfezionata).
Al 1971 l’ospedale era dotato delle divisioni di medicina e chirurgia, delle sezioni autonome di Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, dei servizi di analisi chimica, anestesia, radiologia e fisioterapia e di un poliambulatorio specialistico. Operanti anche le sezioni di cardiologia, urologia, medicina interna e oculistica. Nell’anno 1971 contava 145 posti letto.
Intanto nel 1978 furono istituite le U.S.L. accorpando Ruvo a Corato e Terlizzi, che nel frattempo si erano dotati di nuove strutture ospedaliere. Cominciò da questo momento la decadenza dell’ospedale ruvese, tanto che nel 1985 fu soppressa la divisione di Ostetricia e Ginecologia.
Un nuovo piano sanitario fu poi varato nel 1989 che tenendo conto delle strutture previde la soppressione di alcune strutture.
A Ruvo vennero assegnati i reparti di riabilitazione, lungodegenza, neurologia e dialisi, con la previsione di 40 posti letto ad indirizzo neuro-motorio e cardio-respiratorio. Ma nel 1997 la delibera di giunta regionale inerente la proposta di riordino della rete ospedaliera fu annullata, quando già erano stati assegnati interventi di adeguamento e ampliamento.
Un nuovo provvedimento di riordino (vedi Bollettino Ufficiale Regione Puglia del 12/3/90) assegnò 32 posti letto di lungodegenza, 32 di riabilitazione, 20 di neurologia, 20 di geriatria, ma a questa proposta di sistemazione ne seguì un’altra a distanza di sei 6 mesi (Bollettino Ufficiale Regione Puglia del 5/9/90) modificando i posti letto in 60 di lungodegenza, 40 di riabilitazione, 20 di neurologia.  
Ma con delibera regionale del 6/5/96 veniva stabilita la disattivazione degli ospedali con meno di 120 posti letto al 30/6/94 e il nosocomio ruvese rientrava tra questi.
Nel giugno 1997 dopo una serie traversie amministrative, i posti letto per Ruvo furono ridimensionati a 48 per la lungodegenza.
Siamo al 22 gennaio 2001 quando il Direttore generale dell’ASL/BA1 convocò la conferenza dei  Sindaci per comunicare le linee guida dell’azienda in fatto di razionalizzazione, contenimento e qualificazione della spesa sanitaria. Venne in tale sede ribadita la necessità di innalzare gli standard di qualità dell’intervento sanitario, di diminuire la mobilità dei cittadini dall’ASL/BA1 verso altre aziende, di potenziare la medicina del territorio.
Nel 2009 fu chiuso anche il reparto di Lungodegenza, che venne utilizzato solo temporaneamente dal 2013 al 31 luglio 2015, dagli ospiti della Casa di Riposo “M.M. Spada”.
Oggi è solo Presidio Territoriale di Assistenza con Poliambulatorio, Punto prelievi (Laboratorio Analisi) e Sala raggi e dotato del servizio dialisi dipendente dall’Ospedale di Molfetta.

Bibliografia:
Amenduni Vincenzo, Perché Ospedale di Pietà?, in «Il Rubastino», n. 3, 1972, Ed. Ass. Tur. Pro Loco Ruvo di Puglia, pagg. 13-17;
Ursi Vincenzo- Mazzone Pasquale, Ospedale in controluce, in «Il Rubastino», n. 2, 1971, Ed. Ass. Tur. Pro Loco Ruvo di Puglia, pagg. 9-12;
Tedone Angelo, L’Ospedale di Ruvo tra storia, riconversione e…. rischio di chiusura, in «Il Rubastino», n. 2, 2001, Ed. Ass. Tur. Pro Loco Ruvo di Puglia, pagg 14-15.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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