AREZZO Ospedale S. Maria sopra i Ponti di Arezzo - Ospedali d'Italia

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AREZZO Ospedale S. Maria sopra i Ponti di Arezzo

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Da notizie di archivio risulta che il 30 aprile 1215 Orlandino Pagni e sua moglie Drusiana, donarono a Giovanni De Dragomanni e a Jacopino Guarnieri fabbro, medietatem pro indiviso, un terreno per erigervi un ricovero pei poveri, prossimo al ponte del fiume Castro.
Trasse da questa speciale circostanza origine il primitivo titolo dell'istituto, a noi tramandato, di Spedale del Ponte.
Un istrumento del 1216 dà notizia della avvenuta consacrazione del cimitero di detto spedale.
In un manoscritto di Antonio Albergotti, patrizio aretino, che si conserva nella Biblioteca della Pia Fraternita de' Laici, risulta che già nel 1257 esisteva in Arezzo lo Spedale di S. Maria del Ponte, per opera di persone caritatevoli col nome di Conversi, sotto l'invocazione dei SS. Fabiano e Sebastiano.
Intorno a questo periodo esistettero in Arezzo e nelle Camperie Aretine altri Ospedali; ma non si hanno al riguardo precise e sicure notizie;
ricordiamo lo Spedale di S. Agostino pe' poveri pellegrini, fondato dalla contessa Grifolini da Valen-zano (1300)  trasportato, per rovina del fabbricato, nella Piazza di S. Agostino, donde trasse il nome; quello di S. Angelo ricordato in documenti nel 1343; lo Spedale di S. Maria delle chiavi o di S. Marco, eretto nel 1350 da Giovanni di Pace; lo Spedale di S. Lazzaro a breve distanza dalla città, per convalescenza dei malati usciti dagli Spedali cittadini: quello della SS. Annunziata, fondato dai confratelli del-la Compagnia omonima, i quali avevano già instituito un Asilo per le partorienti povere e per le occulte; lo Spedale dello Spirito Santo a servigio dei pellegrini ultramontani, fondato nel 1480 per testamento di Baccio Bacci; lo Spedale della Confraternita del Clero o di Murello, destinato al vitto ed alloggio dei preti e frati pellegrini e per quelli pure della città che ne avessero bisogno, denominato anche dell'Oriente e fondato da Andrea di Maffeo di Guido nel 1498; lo Spedale di S. Maria della Misericordia o anche di S. Lorentino, aperto dalla Pia Fraternita de' Laici nel secolo XIV dinanzi alla chiesa detta il Tempio, perchè posseduta una volta dai Cavalieri Templari; lo Spedale di S. Giovanni de' Peducci, albergo notturno pe' poveri della città, fondato fra il secolo XIV e il XV; lo Spedale di S. Maria Maddalena, e lo Spedale  di S. Clemente, eretti  nel secolo XIV; lo Spedale di S. Antonio, esclusivamente per i lebbrosi, fondato nel 1403; e lo Spedale della SS. Trinità per le donne inferme di Arezzo e delle camperie aretine, eretto anch'esso nel secolo XIV e mantenuto da una compagnia locale di nobili aretini.
Risulta che allo Spedale del Ponte, a titolo d'incremento per i suoi insufficienti mezzi vennero, previa soppressione, aggregate le rendite dello Spedale di S. Marco o di S. Maria delle Chiavi nell'anno 1543, dello Spedale della SS. Annunziata nel 1784, dello Spedale di S. Lazzaro nel 1789 e dello Spedale di S. Giovanni dei Peducci nel 1807. Di più il titolo di Spedali Riuniti non risale a queste disposizioni.
Lo Spedale assunse per le sue origini il titolo di Spedale del Ponte; sul XVI secolo, trovasi indicato negli atti quale Spedale di S. Maria sopra i Ponti, e di poi con gli ordinamenti Toscani (Motuproprio granducale del 6 luglio 1833 - art. 3) prese il titolo di «RR. Spedali Riuniti di Arezzo; il quale titolo gli venne imposto perchè l'istituzione dedicava la sua opera ai due rami di beneficenza: Infermi ed Esposti.
L'asse patrimoniale aumentò a tal punto che nell'anno 1324 possedeva dei beni stabili, oltre quelli situati all'intorno della città, anche in altri trentotto siti diversi di città, terre, castella e villaggi subalterni.
Nel XV secolo si iniziò a ricevere, nutrire ed educare i figli nati da illegittimo connubio come pure gli abbandonati e gli orfani non solo della Città e suo circondario, ma ancor quelli delle Comunità circonvicine, le quali approfittando di una tal beneficenza aggravarono cotanto quella amministrazione dei loro Esposti, che fu d'uopo ricorrere a varî provvedimenti, non essendo più sufficienti le proprie sue rendite.
Per antica consuetudine non erano ammessi al benefizio dell'ospitalità nello Spedale del Ponte, che i soli uomini, mentre le donne, e le occulte incinte ricevevano asilo ed assistenza, nell'altro piccolo Spedale conosciuto sotto la denominazione della SS. Annunziata.
Per ordine del Granduca furono riunite tanto le donne inferme, quanto le gravide e occulte; vennero ammassate le rendite del suddetto piccolo Spedale a quelle del Ponte, e inoltre furono concesse al medesimo in assegno molti altri beni, derivanti dal già Patrimonio Ecclesiastico.
Lo assoggettò ancora ad un Regolamento organico e disciplinare, il quale rimase approvato col So-vrano Rescritto del 17 febbraio 1788.
Dopo le note vicende storiche, ritornata la Toscana alle antiche sue istituzioni, sotto il regno del Granduca Ferdinando III, risenti lo Spedale del Ponte, come gli altri Pii Stabilimenti, benefici effetti, sia per il richiamo alla necessaria disciplina, e per la prescrizione di regole positive, atte a ben dirigere e sostenere l'amministrazione (Istruzioni e Massime del 17 Febbraio 1818), quanto ancora per i co-spicui capitali rilasciati a favore degli Spedali e degli altri luoghi Pii del Granducato medesimo (Soppressione della Deputazione Centrale sugli Spedali del Granducato, e reparto dei fondi da quella amministrati — 1 Ottobre 1818).
Fra le provvide disposizioni emanate dal succeduto Granduca Leopoldo II, in pro e vantaggio degli stabilimenti di pubblica beneficenza, per cui si distinse, deve annoverarsi di avere benignamente accolte, con il Rescritto de' 8 agosto 1828, le istanze dirette ad ottenere il compimento della Fabbrica dello Spedale del Ponte che fu completamente ultimata nell'anno 1834.
Nell'anno 1926 lo stabile fu alienato e l'Ospedale si trasferì nella sede posta nel suburbio di Santa Croce.
Si componeva di un padiglione principale e due padiglioni secondari, oltre a costruzioni varie.
L'Istituto era anche proprietario di uno Stabilimento Balneario di acqua termale nei pressi del Capoluogo e di una Farmacia esterna.
Numero totale dei letti: in attrezzamento normale 300; in attrezzamento straordinario 350.

Fonti: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano, Medici Domus, 1941
           https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=33148


Bibliografia:
C. VERANI, Origini e vicende dello Spedale di S. Maria del Ponte, Arezzo, 1932
F. VANNOZZI, "S. Maria sopra i Ponti della città di Arezzo. 1777-1792: 25 anni di vita ospedaliera", in "Annali Aretini", V, 1997, 99-128
ANTONELLA MORIANI, "Note per la storia dell'Ospedale di Santa Maria del Ponte di Arezzo", in "Annali aretini", I (1993), 69-78
P. CARDINI – Breve cenno storico…dei RR spedali Riuniti di Arezzo – Arezzo 1911


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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