PALERMO Ospedale Bucchieri La Ferla ex Civico e Benfratelli - Ospedali d'Italia

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PALERMO Ospedale Bucchieri La Ferla ex Civico e Benfratelli

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La scheda deriva integralmente dal testo  “Ospedalità antica in Sicilia” del Prof. Mario Alberghina dell’Università di Catania che ben vent’anni fa ha svolto una ricerca su tutti gli Ospedali siciliani. Contattato non ha esitato, oltre a farmi dono del testo,  a darmi la completa disponibilità ad attingere al volume riportandone fedelmente i conte-nuti.
Voglio aggiungere che, fino ad ora, a parte la mia iniziativa di raccogliere la storia degli ospedali italiani, il volume del Prof. Alberghina è, insieme a quello di  Giuseppe Castelli Gli ospedali d'Italia del 1941, unico nel suo genere.



Fondato nel 1587 da Fra Sebastiano Ordonez dell’Ordine dei Fatebenefratelli, formato dai discepoli di San Giovanni di Dio, ex soldato spagnolo, che si era fatto frate a Granada dopo la battaglia di Lepanto. Indossato il saio, assurse presto ad un ruolo primario dell’Ordine prestando la sua opera anche a Roma, da dove fu inviato a Palermo per occuparsi dell’assistenza degli ammalati. Nella capitale dell’isola,  comprò la chiesetta di San Pietro in Vincoli (1533) ed altri uffici limitrofi per fondarvi il convento ed un nuovo ospedale. Diede ad entrambi il nome di Fatebenefratelli. Nel 1586 fu edificato l’ospedale-convento.
Tra  le due ali maggiori stazionava l’altare dove ogni giorno veniva celebrata la Santa Messa. Alla destra dell’altare una porticina conduceva ad un piccolo ambiente utilizzato come camera di degenza per i preti infermi. Alla sinistra un piccolo passaggio permetteva ai frati di raggiungere la medicheria ed i laboratori. In tutti gli ospedali dei Fatebenefratelli era prerogativa la presenza della spezieria (farmacia), in quello di Palermo era ubicata poco dopo la “portiera” sulla destra alla quale era preposto un religioso e serviva anche il pubblico attraverso un bancone chiuso da una grata. I frati erano abbastanza rinomati per la loro arte e per l’ottima qualità degli elaborati che producevano, le erbe le coltivavano personalmente specialmente le più ricorrenti. Palermo fece scuola nell’erboristeria; molti speziali ed erbaioli venivano all’Ospedale dei Fatebenefratelli ad imparare il mestiere. Non a caso il famoso Giuseppe Balsamo, pseudo conte di Cagliostro, frequentò la loro farmacia. In un secondo tempo (1839) la spezieria diventerà una clinica omeopatica. I frati si interessavano a dare una degna sepoltura sia ai confratelli che ai malati. Nel 1924, al di sotto dell’Ospedale, è stata scoperta una vasta cripta cimiteriale con tanto di colatoi a sedile e tavoliere per l’esposizione, comune usanza di quel periodo.
Nel 1685, il nosocomio disponeva di 40 posti letto e di altrettanti religiosi preposti all’assistenza dei degenti: ospitava circa mille ammalati all'anno che divennero 1.300 nel 1715.
Durante il colera del 1837, il priore offrì alla Commissione centrale sanitaria la disponibilità dell’Ordine ad assistere i colerosi non solo nel proprio ospedale ma anche nei sei lazzaretti improvvisati a far fronte all’emergenza. Nella seconda metà dell’Ottocento i posti letto si riducono a venti. Cacciati i Fatebenefratelli in seguito alla legge del 1866 che sopprimeva gli Ordini religiosi, il loro patrimonio fu incamerato dallo Stato (1872) e l’ospedale trasformato in caserma per l’esercito sabaudo. Nel 1887 i locali furono organizzati per essere utilizzati da un istituto scolastico ed i beni annessi alla vecchia struttura e alla gestione religiosa furono incorporati al nascituro “Ospedale Civico e Benfratelli”. In forza della stessa legge del 1866, furono accorpate all’Ospedale Civico anche le cessate confraternite di San Sebastiano e di San Michele Arcangelo.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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