PORTOFERRAIO Ospedale civile Elbano na 1094 - Ospedali d'Italia

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PORTOFERRAIO Ospedale civile Elbano na 1094

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L'ospedale di Portoferraio risale alla prima metà del 600 quando Orazio Borbone, marchese di Sorbello, governatore di Portoferraio, acquistate cinque saccate di terreno, fece su questo costruire un locale che doveva servire come Ospedale Militare.
Nel 1629 sempre lo stesso Marchese di Sorbello fondò la Confraternita detta del Carmine alla quale era affidato l'Ospedale.
Questo, piccolo di appena 7 letti, fu ingrandito nel 1631. Senonchè nel 1769 essendo stata promulgata, sotto il Governo di Pietro Leopoldo Iº di Lorena, l'abolizione della manomorta e delle Congregazioni religiose, anche la Confraternita del Carmine fu sciolta; l'Ospedale perde il carattere quasi religioso per assumere quello esclusivamente militare.
Fra i chirurghi che di loro opere onorarono l'Ospedale militare di Portoferraio, giova  ricordare Giosuè Marcacci che, fu uno dei primi, se non il primo, ad usare il cloroformio in Toscana (Gazzetta Toscana delle Scienze Medico-Fisiche, anno 1849).
E con carattere puramente militare l'Ospedale di Portoferraio rimase per molto tempo, giacchè, solo verso il 1860, quando l'Elba venne a far parte del nuovo governo italiano, furono ammessi anche i malati civili, ma tale beneficio era allora concesso ai soli uomini e soltanto in via eccezionale potevano essere ricoverate le donne.
Tale restrizione scomparve nel 1886-87 quando il Comune acquistò dallo Stato i locali adibiti ad uso Ospedale obbligandosi a ricoverare anche i militari con tariffe eccezionali di favore.
Fu allora che l'Ospedale assunse il suo vero carattere di Ospedale Civile; fu costruita una corsia per accogliere le donne inferme, furono create alcune stanze per malati paganti in proprio.
Poche modificazioni subì negli anni seguenti. La mancanza di strumentario, le deficienze di assistenza, rendevano assai gravosa l’attività chirurgica ma con la munificenza del  Cav. Ubaldo Tonietti, poté essere costruita una ottima sala operatoria,  dedicata alla  consorte, Bice Tonietti Orlando.
Capace di 150 letti e diviso in due reparti: uno di medicina, l'altro di chirurgia e a quest'ultimo sono aggregati i reparti di maternità e di isolamento.

Fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano, Medici Domus, 1941



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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