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Tratto integralmente da: Storia degli ospedali di Verona: dai tempi di San Zeno ai giorni nostri – Vittorio Fainelli - 1963

L’origine dell'Ospedale di Borgo Trento risale all'antico ospedale situato in piazza Bra, denominato Santa Casa della Misericordia, che nel 1520 ottenne il riconoscimento ufficiale della Repubblica di Venezia. Vi si ricoveravano malati, ma anche diseredati senza altra possibilità di accoglienza. L'ospedale era allora essenzialmente luogo di asilo di poveri, pellegrini, mendicanti e soltanto dopo molti secoli, nella seconda metà dell'Ottocento, divenne un luogo di cura dove medici ed infermieri si occupavano soltanto di malati. Alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento era ancora prassi che l'ospedale continuasse ad accogliere persone già guarite, ma troppo indigenti per poter essere dimesse. Nella struttura si ricoveravano anche i bambini abbandonati e, dal 1807, i malati di mente. Il convento di Sant'Antonio, reso libero dalle soppressioni napoleoniche, fu indicato come sede del nuovo ospedale che vi fu trasferito nel maggio 1812, passando dall'antica denominazione di "Santa Casa della Misericordia" alla nuova cioè Ospedale civico di Sant'Antonio. L'avvento del fascismo al potere fece crollare le Amministrazioni delle Opere Pie. La seduta storica di consegna finanziaria e morale del gruppo ospedaliero di Verona al nuovo Consiglio è del 26 giugno 1923.
Allora si pensò alla fondazione di un nuovo Tubercolosario e si acquistò, nel 1926, l'area in Borgo Trento, presso l'Ospedale Alessandri, dov'era  il Preventorio Vittorio Emanuele III . Acquisto felice per  le conseguenze che immediatamente ne derivarono. Visto che il Tubercolosario non poteva essere dismesso dal Chievo, si decise di costruire nel Quartiere Trento, giovandosi dell'area a disposizione,  il grande centro ospedaliero in Borgo Trento.
L'Amministrazione si occupò  del problema della erezione di un Ospedale Maggiore, il quale fosse rispondente alle nuove necessità demografiche, al progresso della scienza e alle aumentate
esigenze della tecnica sanitaria: «sviscerò a fondo tutti gli aspetti delle varie soluzioni proposte riesaminando le possibilità di una sistemazione in sede, previa espropriazione di tutte le adiacenze» secondo il progetto preventivo dell'Ufficio Tecnico Ospedaliero, e tornò alla conclusione che sola e più conveniente soluzione era quella di formare un unico Centro Ospedaliero presso l'Ospedale Alessandri, moderna costruzione a padiglioni staccati, e naturale  primo nucleo del nuovo Centro, che la posizione è una delle migliori per la salubrità e offre i vantaggi della vicinanza a Verona, della disponibilità di aree libere e di zone di rispetto per un efficace e duraturo isolamento dalle abitazioni urbane e dalle costruzioni industriali.
Con il progetto Beccherle  i posti letto del nuovo Ospedale Maggiore ascesero a un totale di 630, oltre ai 45 del Reparto di isolamento.
Un riesame del progetto e altri studi, successivamente compiuti per adeguarlo a concetti sempre più favorevoli alla migliore pratica soluzione dell'importante problema, portarono ad alcune
varianti di sensibile rilievo, specialmente concernenti la planimetria generale delle nuove costruzioni.
La nascita del nuovo ospedale fu un avvenimento storico per la città. Il nuovo ospedale fu inaugurato il 13 settembre 1942.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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