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BITONTO Ospedale Civile

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Da: Atti primo  Congresso Italiano di Storia Ospitaliera Reggio Emilia 1956 – Evoluzione ospedaliera in un Comune della provincia di Bari - Bitonto 1333-1956 - Dott. Donato De Capua pagg. 195-216


Nel 1333, ad istanza di molti cittadini di Bitonto, il Vescovo Msg. Giovanni istituiva la Confraternita di S. Maria de Confratribus.
Scopo della pia associazione fu il dare gloria a Dio con il proprio bene spirituale e con il curare ed assistere gli infermi ed i pellegrini.
Il fervore e lo zelo dei primi fondatori della confraternita andò affievolendosi col passar degli anni.
I nuovi iscritti non poterono più raggiungere lo scopo della istituzione; non ebbero più possibilità di badare alla cura degli infermi, secondo le loro regole di antica istituzione, e affidarono il loro mandato al municipio, che, nel 1471 ricevette parte dei beni e  della assistenza.
L'Universitas destinò annualmente quattro procuratori per la cura e il governo dell'Ospedale; provvide, nel 1536, a dare all'Istituto un più decoroso locale, quale l'atrio di S. Nicola presso la Cattedrale ma, col tempo, non seppe più sostenere l'onere e cedette al Vescovo ogni suo diritto sull'ospedale.
Nel 1559 venne istituita la Confraternita del “Monte di Pietà”; gli scopi che si prefiggeva di raggiungere erano: assistere gli infermi, dotare le donzelle povere, ricettare i pellegrini, somministrare ogni forma di assistenza nei tuguri, prestare denaro a pegno con mite interesse alla classe meno agiata.
La sede  fu l'Ospedale un luoco dentro l'Hospitale di dicta città  et proprie la camera dov'è l'archivio delle scritture di dicta Città, a man destra quando si entra nel cortile di dicto Hospitale..."; la messa veniva celebrata nella stessa chiesa dell'Ospedale di S. Nicola; gli amministratori e dirigenti erano: "Il Maestro, il thesoriero, quattro eletti et il Procuratore, li quali s'habbiano da eleggere et mutare ogni quattro tempi, cioè il Giovedì Santo, la vigilia dell' Assuntione della Gloriosissima Vergine, et la vigilia di Natale, in ciaschedun anno...., secondo una determinata formalità  in modo che ogni confrate a sorte sarebbe stato amministratore.
La base del S. Monte era la carità e perciò esso viveva principalmente di elemosina: i confrati quindi avevano l'obbligo di questuare, vestiti con i loro abiti, andando almeno due per volta.
Durante la gestione comunale le rendite dell'Ospedale diminuirono e l'Universitas convertì gli scopi istituzionali della confraternita nel ricevere ed allevare i soli "proietti".
Pertanto, nel luogo dove era stato l'ospedale furono allogate, per tale fine, alcune donzelle orfane e povere a guisa di Conservatorio.
Il Vescovo Fortiguerra  in data 5 ottobre 1576, emise il decreto di unione dell'Ospedale al S. Monte della Pietà; la Confraternita di detto S. Monte prese possesso delle poche rendite rimaste all'Ospedale e così da quel giorno l'amministrazione passò dal Municipio al S. Monte della Pietà e per conseguenza alle dipendenze del Vescovo.
Il Vescovo affidò la cura dell'Ospedale e delle opere annesse al S. Monte ad alcuni ecclesiastici che annualmente gli dovevano rendere il conto.
Il Comune il 20.5.1796 deliberava  di assumersi l'impegno della gestione dell'Ospedale, realizzando così una aspirazione che trovava e trova alimento in quell'affetto e simpatia che circonda questo ostello di dolore e lo fa degno della riverenza di tutte le anime sensibili.
Dopo il 1796, l'ospedale segue le vicende storiche amministrative del Regno di Napoli: una serie di rescritti sovrani sono emanati in merito alla nomina degli amministratori, dell'amministrazione e del rendimento dei conti delle opere pie.
L'occupazione francese del 1806 apporta sostanziali modifiche allo stato giuridico amministrativo delle opere pie e, pertanto, il restaurato governo borbonico del 1815, è costretto a dare un nuovo assetto alla materia delle opere pie con i DD. 1, 14 e 29 febbraio 1816 nonchè col Concordato del 1818.
L'Ospedale viene amministrato da una Commissione di Beneficenza Comunale, composta dal Sindaco e da due cittadini, che subito mostra il gran volere, l'amore e la costanza per una maggiore espansione della pubblica beneficenza, operando a grandi passi.
Riporta l'istituto alla sua funzione sociale istituzionale e lo sistema in locali più ampi ed igienici, non rispondendo quelli di S. Nicola alle esigenze dei nuovi tempi; chiede allo Stato i locali del Convento del Carmine, rimasti disponibili in seguito alla soppressione napoleonica e, mentre li ottiene con il decreto del 12.5.1814, subito se li rivede tolti perchè destinati all'erigendo Orfanotrofio Provinciale M. Cristina di Savoia; ottiene però i locali del soppresso monastero di S. Agostino; restaura questo pio loco, che minacciava di andare in rovina, con un legato, venuto a propizio; in tale critica situazione di sede, non sospende minimamente la vita dell'istituto, pur facendolo peregrinare fra il Convento del Carmine e quello di S. Teresa.
Annesso il Regno delle Due Sicilie al Piemonte, unificata l'Italia, l'Ospedale di Bitonto viene affidato alla Direzione e Amministrazione della Congregazione di Carità, cioè viene retto secondo le norme sancite dalla legge 3.8.1862.
A Monza, addi 23 Sett. 1883, il re Umberto I approva lo Statuto organico dell'Ospedale di Bitonto  composto di otto articoli.
La Congregazione di Carità fornisce l'Ospedale di letti, biancheria, attrezzature mediche, ecc.; limita la sua attività assistenziale in quella ospedaliera vera e propria, accogliendo infermi piuttosto che accattoni; trasferisce il pio loco nella sede che occupa attualmente, ex Convento dei Minori Osservanti di S. Francesco, nel Monastero della Chinisa extra moenia.
Il R.D., dato a S. Anna di Valdieri, addi 25 agosto 1938, da Vittorio E. III, determina invece il decentramento dell'Ospedale dall'E.C.A., già Congregazione di Carità, e affida la gestione della
pia istituzione ad una amministrazione autonoma composta da un Presidente, nominato dal Prefetto e quattro membri, di cui tre nominati dal Podestà (Consiglio Comunale) ed uno dal Segretario del Fascio di Combattimento di Bitonto.
Il Presidente e i membri durano in carica quattro anni e possono essere confermati senza interruzione.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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