CIVITANOVA MARCHE Ospedale civile Santa Lucia - Ospedali d'Italia

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CIVITANOVA MARCHE Ospedale civile Santa Lucia

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Praticamente nulla la ricerca su questo ospedale se non per una relazione del  Dott. ROSI ULISSE, chirurgo dell’ospedale, inviata nel 1915 all’Onorevole Marchese Comm. PAOLO RICCI Deputato al Parlamento Nazionale SULLA SISTEMAZIONE  DELL'OSPEDALE DI SANTA LUCIA IN CIVITANOVA-MARCHE  da cui possiamo comunque conoscerne la situazione.

Onorevole,  nessun altro meglio che a Lei conveniva ch'io dedicassi questa relazione a Lei che ha sempre curato gli interessi del suo Paese con amore di Padre.
Auspice il suo Nome verrà accolta con benevolenza e contribuirà a raggiungere la meta alla quale tutti i Buoni aspirano.
L'Idea d'una razionale sistemazione del nostro Ospedale non è di questi ultimi tempi, non è sorta improvvisa dalla mente di un innovatore qualsiasi, non è l'espressione di un concetto megalomane come da qualche mente piccina si vorrebbe far credere. L'idea è venuta germogliando lentamente nella coscienza di tutti [...] è rimasta assopita per periodi di tempo più o meno lunghi [...] poi è risorta quale logica conseguenza di spiacevoli incidenti verificatisi nell'ambiente ospitaliero, per svanire ancora man mano che si dileguava la memoria del fatto [...].  E così di seguito con la consueta alternativa di tutte la buone idee, delle quali però il tempo fa sempre ragione.
Ed oggi che si comincia a considerare l'Ospedale, non più come il luogo che la Carità umana aveva apprestato ai derelitti della fortuna quando cadevano ammalati, ma sibbene la Casa ove solamente è possibile istituire una cura appropriata; oggi che la Scienza ha scoperto nuovi metodi terapeutici applicabili solamente in appositi Istituti; ora che si è lentamente divulgato il concetto di isolare certe forme di malattia [...]. l'idea è venuta man mano acquistando terreno al punto da imporsi come una necessità imprescindibile.
Non vogliamo con ciò affermare che l'accordo sia unanime; sarebbe invero troppo pretendere, e d'altra parte un poco di opposizione ragionevole è necessaria, perché appunto è dal contrasto di opposti pareri che l'Igea assume una forma sempre più perfetta. A questi oppositori ragionevoli io mi rivolgo nella ferma fiducia di persuaderli; in quanto poi a quegli esseri irragionevoli che fanno l'opposizione sistematica per semplice malignità d'animo, non voglio fare a Civitanova il torto che possa aver dato i natali a individui di 'tal genere; ma se disgraziatamente ciò fosse mi auguro che davanti alla santità dell'Opera che si vuol compiere, sappiano imporsi un prudente riserbo, che loro risparmi la vergogna di essere additati e ricordati come bruti incoscienti.
É necessaria una sistemazione dell'Ospedale. Gli stessi oppositori riconoscono che qualche cosa si debba fare: prendiamo atto della concessione e passiamo a considerare le deficienze dell'Ospedale.
1 Mancanza assoluta di un locale di isolamento per le malattie infettivo-contagiose.
2 Mancanza di ogni mezzo il più elementare per la disinfezione degli oggetti che furono a contatto con ammalati infetti.
Questi due problemi sono intimamente legati l'uno all'altro, nè si possono scindere.
Sulla necessità di provvedere è inutile insistere, perché è la Legge stessa che impone in ogni Comune l'istituzione di tali mezzi intesi a prevenire la diffusione di malattie infettive, L'Ospedale invero potrebbe disinteressarsene perchè l'obbligo spetta al Comune: ma questa soluzione è logica? E' morale?
Mi son sentito rispondere in proposito che il Comune aveva provveduto col Lazzaretto alla Celeste.
Ma parliamoci francamente, quale serietà può avere una tale obbiezione? Per un primo caso di tifo, scarlattina, vaiuolo etc , noi ci metteremo a far funzionare un lazzaretto ? E si tenga presente che ciò presuppone che il lazzaretto stesso sia in assetto di funzionamento non solo per quello che riguarda il locale, ma anche il personale e tutti i servizi accessori: il che non mi risulta.
Invece con un piccolo reparto d'isolamento annesso all'Ospedale, noi potremo essere in condizioni di fronteggiare subito ogni minaccia di epidemia: potremo arrestare ai primi passi la marcia di una malattia infettiva, evitando il ripetersi di dolorose catastrofi, mediante l'allontanamento immediato dell'ammalato dalla famiglia, la disinfezione dell'abitato e degli oggetti infetti.
Ora un accordo su questo punto fra Comune e Congregazione non mi sembra cosa difficile: provveda il Comune al locale, la Congregazione al servizio e la questione rimarrebbe risolta nel miglior modo desiderabile. Dal progetto Calzecchi si rileva che la spesa occorrente ammonta a circa Lire 10.000: mettiamone anche 12.000: le condizioni del Bilancio di Civitanova sono forse tali da non permettere lo stanziamento per l'estinzione di un mutuo di così lieve entità?
3 Mancanza di infermerie per operati asettici.
(Trattandosi di una relazione che dovrà correre per le mani di tutti, credo opportuno sperare con un esempio che cosa  s’intende per operato asettico.
Un individuo affetto da ernia e che subisce l'operazione, un operato  asettico, la cui ferita, in condizioni normali, guarisce senza dar luogo a merce in a quindicina di giorni so questo operato dorme nello stesso locale ove sono altri ammalati con suppurazione (come per flemmoni, ascessi etc.) corre tutto il pericolo di infettarsi, ossia che la sua ferita marcisca. Questi sono i casi più facili, ma può essere pericoloso per un operato asettico la vicinanza di altri malati di polmonite, bronchite, influenza ste).
Si crede generalmente che l'esito di un atto operativo sia in relazione diretta coll'abilità del Chirurgo: non escludiamo che la tecnica più o meno accurata possa avere una certa influenza, ma per quanto  riguarda l'andamento della ferita operatoria, tutto dipende dall'avere a propria disposizione i mezzi necessari a prevenire l'infezione della ferita.
Per quanto sia grande l'abilità operatoria del Chirurgo, per quanto egli sia meticolosamente scrupoloso nella preparazione dell'atto stesso, non potrà mai essere sicuro della buona riuscita dell'operazione se non potrà disporre:
1 Di una camera operativa adatta; 2  Dei mezzi per ottenere la sicura asepsi di quanto avrá contatto coll'operando; 3 Di un locale di degenza che escluda ogni possibile contatto dell'operato asettico con ammalati di forme settiche.
Per quello che riguarda la camera operatoria, in seguito alle insistenze del Dott. Leonardi, mio predecessore, l'Ospedale ne possiede una che corrisponde bene e che recentemente è stata completata con l'aggiunta di un piccolo locale ove si conservano tutti i presidi chirurgici e la sterilizzatrice.
In merito alla seconda condizione, dirò che fino alla mia venuta il chirurgo era obbligato a valersi dell'ebollizione: metodo da tutti riconosciuto insufficiente ed incompleto. Su questa deficienza il Dottor Leonardi aveva ripetutamente richiamata l'attenzione, ma solo in questi ultimi tempi si è provveduto efficacemente coll'acquisto di un'Autoclave Chamberland che corrisponde perfettamente allo scopo.
In quanto ai locali di degenza, tutti sanno che l'Ospedale non possiede che due infermerie una per gli uomini e l'altra per le donne, ove sono accolti malati d'ogni genere. Ora se ciò era compatibile 50 anni fa, quando non si avevano che nozioni assai vaghe sulla natura delle malattie, non lo può assolutamente essere ai nostri giorni.
Non possiamo certamente condannare i medici di quei tempi, tutto al più potremo dire che erravano per ignoranza: ma ora il volere scientemente conservare un tale stato di cose non costituisce solamente un errore ma un delitto: la parola è un po' cruda, ma risponde al vero. E non si compie forse un delitto mettendo ad esempio un operato asettico presso un ammalato di flemmone, quando si ha quasi la certezza assoluta che l'infezione passerà dall'uno all'altro compromettendo non solo il  buon esito dell'operazione, ma mettendo in pericolo la vita di chi pieno di fiducia si è affidato alle vostre cure?
E queste sono evenienze che non possono assolutamente evitarsi malgrado tutta il buon volere: si cerca infatti di rimediare all'inconveniente non eseguendo operazioni asettiche quando in sala vi sono malattie infettive, ma spesso neppure ciò riesce ad evitare l'inconveniente, poichè di momento in momento può capitare un caso di grave infezione, che appunto per la sua gravità non si puó respingere.
Questo stato di cose determina pure un grave danno economico a carico dell'Ospedale: da un lato si è obbligati a ricorrere a frequenti pratiche di disinfezione sempre costose; dall'altro il ripetersi di certi incidenti non possono che influire dannosamente al buon nome dell'Istituto ed allontanare i clienti a pagamento, i quali preferiranno rivolgersi là ove presumibilmente e per fatto constatato un'operazione si eseguisce in migliori condizioni e quindi con miglior esito finale.
Dobbiamo meravigliarci se per esempio molti di Civitanova e di Porto sono andati ad operarsi a Macerata, ad Ancona? Ma chi non sa che a lato di brillanti atti operativi coronati dall'esito più felice, si sono nel nostro Ospedale verificati incidenti di una certa gravità. E siccome non voglio che queste mie parole siano interpretate in malo modo, aggiungerò che l'essersi tali casi verificati ad un provetto chirurgo come il Dott. Leonardi, che all'indiscusso valore professionale accoppiava l'accuratezza più scrupolosa del dettaglio, sta luminosamente a provare la necessità assoluta di provvedere alla mancanza di locali per operati asettici.
E ci deve essere di sprone non solo il miraggio di rialzare le sorti economiche dell'Istituto, ma il concetto altamente umanitario che anche i poveri, che per forza di cose sono obbligati a ricorrere a noi, possano usufruire di tutti i benefici che la scienza ha sanzionato nell'interesse dei sofferenti.
4 Deficienza di camere separate.
In un ospedale bene organizzato le camere separate sono indispensabili. Indipendentemente dalle malattie infettivo-contagiose delle quali è obbligatorio l'isolamento in appositi locali ad hoc, ve ne sono altre che la legge non contempla ma che meritano lo stesso trattamento: la congiuntivite blenorragica, la febbre puerperale etc.  Certi operati, specialmente nei primi giorni dopo l'intervento, devono essere tenuti isolati e nella calma più perfetta (op. di cataratta, craniotomia, interventi intraddominali).  Così gli agitati e le donne in soprapparto obbligate a ricorrere all'ospedale.
Come risulta da questa semplice esposizione, non corrisponde alla realtà delle cose quanto si ritiene comunemente che le camere separate siano a beneficio solamente di chi dispone di mezzi.
5 Mancanza di sala da bagno. L'enormità di tale deficienza ci dispensa da ogni commento.
6 Mancanza di sala di medicatura per i degenti.
7 Mancanza di una camera per gli ammalati  in pericolo imminente di vita. Potrebbe sembrare un'esagerazione: si consideri però che gli ammalati hanno bisogno della massima tranquillità sia fisica che morale e per certo lo spettacolo di un individuo in agonia con l'inevitabile contorno di tutti i congiunti angosciati non è tale da rallegrare lo spirito.
8 Mancanza di una camera d'osservazione. Può verificarsi la necessità di accogliere d'urgenza o meno un ammalato con malattia sospetta : dovremo ammetterlo nella sala comune ? Non è logico; la necessità quindi di tenere tali ammalati in osservazione per qualche giorno sino all'accertamento della diagnosi. Non sono evenienze molto frequenti, ma siccome possono verificarsi, così in un ospedale bene organizzato è necessario provvedere anche a questi casi.
9 Mancanza di una camera di guardia per i sanitari.
Come si vede parecchi dovrebbero essere i locali di cui l'Ospedale fa difetto, dobbiamo però tenere presente che non trattandosi di un grande Istituto ove giornalmente possano verificarsi i casi che siamo venuti esponendo, così gli ambienti previsti nel progetto Calzecchi in numero di sette sono più che sufficienti a tutte le contingenze, poichè ad essi non si darà una destinazione fissa ma saranno adibiti a seconda delle circostanze.
10 Deficienza di latrine, di gabinetti di pulizia, mancato smaltimento igienico dei materiali di rifiuto.
11 Mancanza di camera mortuaria.
Se l'assistenza sanitaria agli ammalati deve essere cura precipua di chi sopraintende al buon andamento di un ospedale, non è men vero che, in omaggio a quel sentimento di rispetto che la morte ci impone, non si debba provvedere l'Istituto di una camera mortuaria decente e fornita del necessario per autopsie. Provvedendo a tale deficienza faremo cosa non solo igienicamente utile, ma ci guadagneremo anche la riconoscenza delle famiglie che abbiano la disgrazia di perdere qualche congiunto all'Ospedale. Sono cose che a prima vista possono sembrare superflue, ma che hanno un valore morale altissimo che un Ente ospitaliero non deve trascurare.
12 Mancanza di un locale adatto per ambulatorio, e di gabinetto per indagini cliniche.
Il servizio d'ambulatorio è per un ospedale di capitale importanza; si potrebbe paragonare alla sorgente che alimenta il fiume, perchè appunto alla consultazione d'ambulatorio si presenta in prima visita la maggior parte dei casi d'interesse chirurgico che successivamente richiedono la loro ammissione all'Ospedale. Ed aggiungo - almeno per mia esperienza che all'ambulatorio con vengono facilmente gli extra comunisti, che deve essere nostra cura attirare nell'interesse dell'Ospedale. La necessità quindi di avere un locale adatto che corrisponda pienamente alle esigenze dell'importante servizio : non occorrono grandi ambienti, ma bene disposti, di facile accesso ed isolati tanto dalle infermerie come dal pubblico.
Dapprima l'ambulatorio si teneva in un piccolo locale a pian terreno che presentava il vantaggio di essere indipendente dal resto dell'ospedale e di facile accesso: ma tanti erano gli inconvenienti in confronto di queste due buone qualità, da consigliarne il trasporto al piano superiore ove attualmente si trova. Qui a lato di altre buone qualità notiamo l'inconveniente gravissimo di mettere il pubblico in contatto continuo colle infermerie, in modo che gli ammalati ne rimangono disturbati, ed i servizi interni intralciati.  Questa dell'ambulatorio è una sistemazione fra le più impellenti.
Ed annesso deve essere un piccolo locale da adibire a gabinetto per le ricerche chimiche e microscopiche: oggidì non è più concepibile un ospedale senza tale servizio, e giacchè il Municipio possiede un buon microscopio (e son persuaso che non avrebbe nessuna difficoltà a che non usufruisse anche l'Ospedale) sarebbe invero un gravissimo errore privare i sanitari di mezzi d'indagine meno empirici di quelli che sono obbligati a seguire presentemente.  Queste le principali deficienze alle quali sarebbe urgentissimo il provvedere: ve ne sono pure altre di non lieve importanza come la pavimentazione impermeabile delle infermerie, la verniciatura a smalto delle pareti, la sostituzione di vecchi arredamenti in legno, il riscaldamento e l'aereazione degli ambienti, la guardaroba, le dispense, la lavanderia, lo stenditoio etc, alle quali si potrà per ora soprassedere, ma però col fermo proposito di venire ad esse provvedendo anno per anno a seconda dei mezzi disponibili.
Non possiamo però sorvolare su di una questione che interessa l'Orfanatrofio :
voglio alludere al refettorio delle bambine. In linea generale non è certamente una bella cosa che un orfanotrofio sia cosi intimamente connesso all'ospedale: ma giacchè si è obbligati ad accettare il fatto, si studi almeno il mezzo per eliminare gli inconvenienti più stridenti. Il refettorio, come tutti possono constatare, è addirittura impossibile; senz'aria, senza luce, umido, ristretto ed adiacente all'ambulatorio, costituisce un vero attentato alla morale ed all'igiene: non parlo poi delle latrine che sono indecenti oltre ogni dire.

MODO DI PROVVEDERE
Come dissi è nella coscienza di tutti la necessità di eliminare uno stato di cose d'altri tempi e che costituisce per Civitanova un fatto poco onorevole, soprattutto se si tiene presente che ovunque vi sia un piccolo ospedale si cerca di migliorarlo, dove non è, si studiano tutti i mezzi per provvedervi. E' una vera gara che onora grandemente l'Italia e ne abbiamo esempi non lontani a Montecosaro da un lato ed a Potenza Picena dall'altro. Si rifletta un poco su queste circostanze e poi mi si dica se quel sentimento di amor proprio che vigila latente in tutti noi e che ci spinge a migliorare le condizioni del proprio paese, non si ribelli ad uno stato di cose incompatibile colla posizione topografica di Civitanova e colle buone tradizioni professionali di colleghi ai quali mi sento orgoglioso succedere,
Nel provvedere però alla sistemazione di un ospedale è prudente seguire una linea di condotta prestabilita; nella stessa guisa che per il regolare sviluppo di una città si redige un piano, cosi per i lavori di un ospedale, che possono richiedere alla loro esecuzione un certo numero di anni; in tal modo si evitano errori e spese inutili. Di qui la necessità di un progetto completo di sistemazione del quale venne affidata la redazione all'Ing. Calzecchi di Macerata.  Non è il caso di discutere da parte mia in merito al progetto stesso, per la semplice ragione che l'Ing. Calzecchi si è tenuto in continua relazione con me, ed ogni parte del progetto è stata da noi discussa in modo da attenersi alla soluzione migliore: aggiungendo che si è fatto tesoro dei consigli del Medico Provinciale Dott. Iezzi e dei Colleghi Dott. Catinari e Zepponi, cosicché credo di non errare affermando che il progetto corrisponde perfettamente al concetto da me, più sopra esposto e che meriti tutto l'appoggio.  Come si può facilmente rilevare dalla Relazione dell' Ing. Calzecchi, il progetto comprende tre ordini di lavori :
1 Costruzione ex novo del locale d'isolamento per malattie infettivo-contagiose e stazione di disinfezione a carico del Comune;
2 Sistemazione dell'Orfanotrofio provvedendo ad un nuovo ambiente per la scuola, latrina e gabinetto di pulizia, a carico dell'Opera Pia orfanotrofio.
3 Sistemazione dell'Ospedale.
I lavori dell'orfanotrofio sono di cosi poca entità da non meritare una speciale disamina: importanti sono invece quelli che riguardano l'Ospedale e su questi desidero dare esplicitamente la mia opinione, perchè non voglio che mi vengano attribuite aspirazioni che non mi son sognato mai d'avere. Il concetto al quale ho sempre ispirato la mia linea di condotta nella questione ospedaliera è stato il seguente : avere a propria disposizione un progetto organico completo di sistemazione e procedere alla sua esecuzione per gradi.
Conseguentemente son di parere che per ora il Municipio dal canto suo debba provvedere al locale d'isolamento, l'Orfanotrofio ai piccoli lavori a lui spettanti, e per l'ospedale limitare la sistemazione al pian terreno ed al primo piano (compresa la costruzione della nuova scala d'accesso) nonchè alla costruzione delle fosse di sterilizzazione dei materiali di rifiuto.
In questo modo si provvederebbe ai bisogni più urgenti, si aumenterebbe il numero dei letti in sala comune a si avrebbero quattro camere isolate. Successivamente, qualora la necessità lo richieda ed i mezzi lo permettano, si potrà addivenire alla costruzione del secondo piano. Una delle obbiezioni sulle quali si ritorna volentieri è quella di mancanza di mezzi per mantenere gli ammalati. Faccio a questo proposito rilevare che seguendo tale concetto si dovrebbero diminuire anche i pochi letti che abbiamo ora: infatti calcolando a Lire 2,30 al giorno la spesa giornaliera di ogni letto, per mantenerne dodici occorrerebbe un minimo di Lire 10.074 che per l'Ospedale rappresentano un pio desiderio. Eppure i dodici letti si dimostrano insufficienti perchè bisogna tenere presente l'aumento progressivo della popolazione, i paganti in proprio, agglomeramento di ammalati piuttosto in un'epoca che in un'altra, la necessità di isolare alcune forme e tante altre circostanze che sarebbe troppo lungo ricordare.  Del resto in nessun ospedale il numero dei letti è proporzionale in modo assoluto alle entrate : senza tema di errare si può stabilire che la media dei letti gratuiti corrisponde appena al quinto del numero complessivo.
QUESTIONE FINANZIARIA
Si deve alla oculata previdenza dell'Onor. Riccise oggi è possibile parlare di una sistemazione dell'Ospedale, coll'averne ottenuta l'iscrizione fra gli Istituti chiamati a godere dei benefici di una Tombola Nazionale.
Questa - come ognuno sa - fruttò un beneficio di lire 28.000.  Come é naturale in sulle prime si ebbero pareri fra loro discordi: si andò da una esagerazione all'altra, ma gradatamente la discussione venne ad assumere un indirizzo più logico: ed anche a questo proposito mi piace ricordare che la parola giusta venne data dall'Onorevole Riccise il quale, facendo presenti le facilitazioni che lo Stato accorda per mutui a scopo di lavori riguardanti l'igiene, consigliava di lasciare intatta una certa somma rinvestendola in titoli pubblici, e contrarre colla Cassa di Depositi e Prestiti un mutuo proporzionale al reddito della somma investita. Tale concetto venne da tutti riconosciuto come quello che meglio d'ogni altro corrispondeva all' indirizzo amministrativo più oculato.  Infatti delle 28.000 lire, 20.000 furono rinvestite in Titoli del Prestito Nazionale del Miliardo, mentre il residuo venne destinato a consolidare il Bilancio Ospitaliero, molto compromesso, ed alla sistemazione dei fondi rustici fin qui trascurati.
Le 20.000 investite rendono annualmente L. 900 e con tale somma si può estinguere un Mutuo di circa L. 28.000, quanto precisamente ammonta l'estimativo di tutti i lavori di sistemazione dell'Ospedale.
Come si vede seguendo il concetto dell'Onorevole Ricci, la Congregazione, volendo, potrebbe tranquillamente affrontare la completa sistemazione dell'Ospedale, senza per nulla compromettere il suo bilancio, il quale anzi risulterebbe in condizioni assai migliori che negli anni passati. Per quanto però ne possa essere lusingato il mio amor proprio professionale, non posso condividere il parere di chi vorrebbe condurre a termine tutto il lavoro in una sol volta; questi adducono pure ragioni abbastanza buone a sostegno della propria tesi, ma non bisogna però dimenticare che l'Istituto Ospitaliero è uscito proprio ora da una crisi economica che ha messo in serio pericolo la sua vitalità, che ha bisogno di una completa riorganizzazione interna, e che il voler far troppo può nuocere al buon risultato finale.
Insisto quindi nella mia opinione di limitare i lavori di sistemazione a quanto più sopra ho detto, ed in appresso quando tutto procederà regolarmente e se ne sentirà il bisogno, completare l'opera colla costruzione del secondo piano. Da un calcolo approssimativo ho motivo di credere che con L. 15.000 si potrebbe provvedere alla bisogna: sono adunque non più di L. 500 all'anno che si dovrebbero stanziare in bilancio per l'ammortizzamento del mutuo, rimanendo sempre a beneficio del bilancio stesso L. 400 annue in più. E su questa linea di condotta io faccio voti che si possa stabilire l'accordo fra i diversi pareri, e che eliminati i piccoli inevitabili attriti, tutti convengano colle proprie forze verso il compimento di un'opera altamente umanitaria che tornerà ad onore del Paese che ha saputo e voluto compierla.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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