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ROMA Ospedale militare pontificio in S Spirito

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Da: Atti primo congresso italiano di Storia Ospitaliera – Reggio Emilia 14-17 giugno 1956 – Relazione Dott. Mario Fedeli pagg. 264-271

Il 1 settembre 1841 fu istituito da Gregorio XVI l'Ospedale Gerosolimitano in un antico locale, detto dei Cento Preti, presso ponte Sisto, ove furono ricoverati 500 soldati pontifici malati.
Questo Ospedale durò pochi anni, poichè nel 1855 il Pontefice Pio IX ne accettava la rinuncia dal Luogotenente dell'Ordine e con breve Apostolico del 20 marzo dello stesso anno restituiva la casa all'ufficio, cui era in precedenza destinata, e cioè all'ospizio e ricovero dei sacerdoti poveri.
Venendo perciò incontro ai bisogni sempre più urgenti, Pio IX nel 1861 stabilì l'istituzione dell'Ospedale Militare presso l'Archiospedale di S. Spirito in Sassia.
L'istituzione dell'Ospedale Militare a S. Spirito fu già disposta nel 1861. Con Decreto Chirografo di Pio IX in data 7 febbraio 1862 ne viene confermata la sua costituzione, e al tempo stesso ne viene sottratta la giurisdizione al Commendatore di S. Spirito, dandone il reggimento al Pro-ministro per le Armi Monsignor Saverio De Merode.
L'Ospedale Militare fu collocato in quella parte del grande Istituto di S. Spirito, che alla fine del secolo XVIII fu fabbricata per ordine di Pio VI e che era composta di due grandi sale, l'una sovrapposta all'altra, chiamate S. Maria e S. Carlo. La corsia S. Maria fu riservata alle malattie chirurgiche, quella di S. Carlo alle mediche.
L’autore riporta una efficace descrizione dell'Ospedale Militare Pontificio in S. Spirito, che si legge nel libro: "Degli Istituti di Carità di Roma" edito nel 1870 e scritto dal Cardinale Carlo Luigi Morichini, vescovo di Jesi, il quale riferisce le sue osservazioni ed impressioni in occasione di una sua visita a questo Istituto:
Quando fu da noi visitato cotesto Istituto vi scorgemmo molti notevoli miglioramenti: letti con ferro, pavimenti nuovi e pareti che facilmente possano mantenersi puliti: e ciò che più conta, vi vedemmo 23 Figlie della Carità, la cui presenza dì e notte ha veramente cambiato l'aspetto di quel luogo. Vi sono ancora degli infermieri scelti fra gli stessi militari, e dei cappellani delle varie Nazioni delle quali è composto l'Esercizio Pontificio. Imperocchè
da ogni parte della Cattolicità accorrono volontariamente i figli alla difesa del loro Padre Comune. Havvi in questo luogo una cucina, una copiosa farmacia atta a somministrare anche fuori medicinali ai soldati ed una sala tutta nuova per le operazioni chirurgiche fornita di armamentarii e di quant'altro possa occorrere. Nelle corsie non mancano gli altari, perchè gli infermi abbiano la consolazione di assistere al divin Sacrificio; ed una decente Cappella è destinata per serbare il divin Sacramento. Le buone Figlie della Carità, quasicchè fosse poco il lavoro che devono compiere nell'Ospedale, hanno aggiunto una sala di scuola con ingresso affatto separato dallo
Ospedale stesso, dove intervengono un cento venti fanciulle e donzelle delle famiglie dei militari per esercitarsi nei lavori del loro sesso.
Il personale era nel 1867 costituito da un totale di 122 persone, così suddivise: Cappellani 3, Religiose Figlie della Carità 16, Uffiziale amministrativo 1, Addetti amministrativi 2, Collaboratori 3, Direttore di Sanità 1, Medici 4, Chirurghi 3, Flebotomi 6. Farmacisti 2, Inservienti ed Infermieri 81.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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