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Torino Regio Manicomio

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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-sanitari ricavati dalle cartelle cliniche. La consultazione dei dati specifici delle singole cartelle cliniche avviene, invece, dietro autorizzazione, nel rispetto della normativa sulla privacy.
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).


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1598 Fondazione della  Confraternita  del  SS.  Sudario e della Vergine Santissima delle Grazie,  nella chiesa di S.Pietro "de curte ducis" in via del Gallo.
1724 La Confraternita si  rivolge al  Conte  Cerveris per l'erezione di un nuovo oratorio.
1727 Il Conte Cerveris chiama l'Avv. Giovanni Antonio Boasso, Segretario della Città e membro della Confraternita, e gli comunica il volere di S.M. Vittorio Amedeo II di affidare al Sodalizio l'erezione dell'Ospedale dei mentecatti ed insieme il nuovo oratorio.
Nell'adunanza del Consiglio Generale della Confraternita viene deliberata la pronta adesione al progetto del nuovo Oratorio ed Ospedale. Per raccogliere alcuni infermi che vagano per la città o si trovano in luoghi impropri e poco assistiti, si apre un ricovero provvisorio, affittando una casa in contrada di S. Dalmazzo.
1728 Fondazione del Regio Manicomio: Vittorio Amedeo II emana le Regie Patenti, con cui viene ufficialmente riconosciuta l'esistenza del Manicomio. Il Re fa donazione alla Confraternita di un terreno nell'isola di S. Isidoro per la costruzione dell'Ospedale. In un memoriale trasmesso dalla Confraternita al Sovrano, si ritrova il primo cenno di una regolamentazione tecnica: si chiede che la Confraternita non debba "dar ricovero ad alcun mentecatto senza previa dichiarazione di un medico, che lo riconosca come tale".
1730 Un primo accenno tecnico si avverte nella distinzione tra alienati fatui (innocui, indifferenti) e  furiosi, e si invitano i parenti dei fatui a riprenderseli, poiché occupano il posto necessario per i furiosi ed i vagabondi, che non possono essere ritirati per mancanza di posti. Per la prima volta si parla di un'assistenza medica, poiché si afferma che "l'esecuzione di questa decisione e' demandata al signor Medico dello Spedale". Insieme alla distinzione fra tranquilli e furiosi, si parla per la prima volta di simulatori.
1731 Viene diffuso per la città uno scritto anonimo che mette in risalto gli inconvenienti dell'ubicazione di un "Ospedale dei Pazzi" in mezzo a case civilmente abitate. Il Re Carlo Emanuele III interviene, riconfermando all'Ospedale il  favore e l'appoggio già concesso dal padre. Prende sotto la sua protezione l'Ente fondatore e  l'Opera fondata e dichiara che da allora debbono qualificarsi con l'appellativo di "Regio".
1732 Viene adottato un assetto medico-sanitario, con la decisione di assumere un medico ed un  chirurgo, con lo stipendio di L.100 al primo e di L.50 al secondo.
1741 Documento n° 4: "Viene ricoverato un "mentecatto" di Cuneo: è il primo documento che attesta un avvenuto ricovero nell'Ospedale dei Pazzerelli"
1759 Documento n° 5: "Viene redatto il nuovo "Regolamento per il Venerabile Regio Spedale de' pazzerelli".
1760 Nel Consiglio della Confraternita si manifestano urti e dissensi, per cui Carlo Emanuele III  emana  un "Regio Biglietto" con cui avoca a sé la nomina dei 12 consiglieri che, con il Priore ed il Vice-Priore, compongono il Consiglio di Amministrazione e nomina un  Regio Ispettore dell'Ospedale.
1761 Documento n° 6: "Uno dei primi certificati medici: la sovramenzionata mentecaggine consisteva in una folle et ambiziosa presunzione di se stesso, per cui si giudicava capace di cose grandi et impossibili...."
1767 Il Re, volendo evitare le interferenze della Confraternita nelle vicende dell'Ospedale, dispone che il Priore venga nominato dal Priore e Vice-Priore uscenti e dai 12 consiglieri da lui nominati e che il Regio Ispettore vigili sulla Congregazione.
1768 Il Re stabilisce che siano due i tesorieri, uno per la Confraternita ed uno per l'Ospedale, con due casse e due conti separati, e con l'obbligo di render conto a due Controllori.
1771 Per disporre di  nuovi fondi si  ricorre al sistema delle  lotterie ricavandone lauti  proventi:  Se ne tengono 6, dal 1771 al 1796.
1772 Per poter disporre di nuovi locali, poiché i malati affluiscono da ogni parte del Regno, viene presa in affitto una casa attigua.
1774 "L'Ospedale funziona anche come Manicomio Giudiziario: si ha notizia del trasferimento di un tale "pazzo e scemo di cervello" che nella chiesa di San Filippo " ha ferito al collo una donna maritata".
1785 Dati i continui attriti nel Consiglio, il Re Vittorio Amedeo III approva con un Regio Biglietto un nuovo regolamento, senza l'intervento della Confraternita.
1798 Caduto il Governo Regio a seguito della Rivoluzione Francese, riparatosi il Re in Sardegna, viene proclamata la Repubblica ed instaurato un Governo Provvisorio. Nel 1798, "settimo della Repubblica francese e primo della libertà piemontese", l'Ospedale e' chiamato "Ospedale Nazionale dei Pazzarelli".
1799 La Direzione dell'Ospedale trasmette alla Municipalità di Torino, dietro richiesta del Commissario Civile e Politico del Governo francese in Piemonte, una relazione in lingua francese con ogni notizia relativa all'organizzazione dell'Opera: il numero dei malati è di circa 300.
1800 Appare la prima statistica, relativa al decennio 1791/1800, da cui si apprende che ci sono stati 921 ricoverati nuovi e ben 403 decessi.
1801 Mancano i viveri per i ricoverati, vengono a mancare le rendite delle somme depositate dall'Ospedale nei Monti di S. Giovanni e S. Secondo, soppressi dal Governo di occupazione francese, sono quasi nulli i proventi della pubblica carità. Viene ordinato dal Prefetto lo scioglimento di tutte le Amministrazioni e Direzioni degli Ospedali ed Ospizi; la gestione di tutti questi Enti viene affidata ad una speciale "Commissione Amministrativa".
1814 Caduto l'Impero Napoleonico, ritorna dalla Sardegna Re Vittorio Emanuele I.
1815 La Confraternita del Sudario inoltra una supplica al R Vittorio Emanuele I, ritornato in Sardegna dopo la caduta dell’Impero Napoleonico in cui chiede che venga ad  essa restituita l'Amministrazione dell'Ospedale ed il possesso di tutte le sostanze un tempo appartenenti ai due Enti.  La supplica è accolta e con R. Biglietto la Confraternita riottiene l'amministrazione dell'Ospedale.
1818 Dati i sempre più gravi problemi di affollamento e di difficoltà a nutrire tale massa di persone da parte di un ospedale senza fondi e senza redditi, Vittorio Emanuele I emana un editto con cui ordina che le Province in cui erano nati i mentecatti poveri devono pagare all'Ospedale le spese del mantenimento (Lire 150 annue per ciascun ricoverato)
1819 La Confraternita del Sudario, rimasta anch'essa priva di qualsiasi mezzo, è aiutata a più riprese dall'Ospedale, che si assume l'obbligo di pagare lo stipendio al Rettore.
1822 A Vittorio Emanuele 1° succede Carlo Felice; viene nominata una nuova Amministrazione del Regio Ospedale dei Pazzerelli.
1823 Gli abitanti delle case di via Figlie dei Militari protestano per la fastidiosa vicinanza dei ricoverati. Dopo alcuni progetti di ampliamento e ristrutturazione del vecchio fabbricato, in considerazione dell'eccessivo affollamento, della necessità di suddividere i malati a seconda del sesso e del tipo di malattia, l'Amministrazione adotta l'unica soluzione possibile, la costruzione di un nuovo grande ospedale.
1824 Viene affidato all'architetto Talucchi, professore nella Regia Università, l'incarico di redigere un progetto del nuovo edificio
1825 E' agli inizi il metodo di compilazione della storia clinica: L'Amministrazione dell'Ospedale stabilisce che:
"insieme ai documenti generici per l'ammissione, sia anche una relazione del medico e chirurgo che  curò e visitò e riconobbe il ricoverando in stato di mania furiosa; la quale indichi il principio, il progresso e stato della malattia e dell'individuo; la probabile causa della malattia stessa, i rimedi dati e i loro effetti, il sentimento di chi ne ebbe la cura e il modo che crede poterlo guarire"
1826 Il Governo decide di elevare la pensione dei mentecatti poveri da L.150 a L.200, da pagarsi per 4/5 dalle Province e per 1/5 dai Comuni di origine.
1827 Con un lungo memoriale, la Direzione sottopone all'approvazione del Sovrano il progetto Talucchi. In questo memoriale per la prima volta si parla di un trasferimento  dell'Ospedale nel fabbricato della Certosa di Collegno, possibilità in quel momento osteggiata dalla Direzione.
1828 La Citta' di Torino concede un largo quadrilatero di circa 6 giornate di terreno, a nord-ovest della città, già occupato dalle fortificazioni.. Il Talucchi riconosce il luogo idoneo ed elabora un ulteriore progetto, approvato dal Re Carlo Felice.
Finora i medici in carica erano stati tre, tutti con servizio esterno; l'Amministrazione decide di avere un medico interno, stabile: per la prima volta viene indetto un concorso, procedimento nuovissimo, cui partecipano 7 candidati; viene nominato a medico interno il dottor Benedetto Trompeo. Fanno il loro ingresso in Ospedale, chiamate a presiedere al servizio nel reparto femminile, le Suore della Carità dell'Ordine di S. Vincenzo. Il dottor Trompeo presenta un progetto "per la medicina domestica" e scrive "sullo stato dei fatui ed epilettici"; si dedica all'organizzazione di  tipo ospedaliero, compilando l'orario ed il regolamento per gli infermieri e malati. Attua nella pratica il concetto del lavoro come cura dei malati, decidendo di utilizzare i ricoverati nella costruzione del nuovo ospedale di via Giulio. Si afferma sempre più la gestione diretta dei servizi: già esistono il forno pane, la sartoria, la calzoleria e la materasseria all'interno, cui sono adibiti anche i ricoverati.
1829 Sempre su proposta del dottor Trompeo l'Amministrazione (che ora si  chiamerà Direzione) acquista i nuovi letti per i "furiosi". Il dottor Trompeo pubblica un "Saggio sul Regio Manicomio di Torino con alcuni cenni intorno all'indole ed alla cura delle malattie mentali". Da questo documento si apprende che nell'Istituto, situato ancora in via Figlie dei Militari (ora via S. Domenico) sono ricoverate piu' di 300 persone .Il dottor Trompeo fa adottare dei mezzi contentivi più dolci, tendendo alla loro abolizione, combatte l'uso dei salassi nella cura delle alienazioni mentali, elabora un progetto del prof. Hildebrand dell'Università di Pavia per l'istituzione di una clinica psichiatrica, trasmesso dalla Direzione alla Segreteria di Stato.
1830 I lavori nel nuovo ospedale procedono lentamente per mancanza di fondi; il progetto subisce continue variazioni e di conseguenza aumenta il  preventivo di spesa. 
1831 Il dottor Cipriano Bertolini nel periodo in cui fu direttore del Regio Ospedale attuò numerose iniziative a favore dei ricoverati, tra cui un nuovo sistema di "bagni medicati", l'esperimento "del ghiaccio", una non meglio precisata "macchina elettrica".
Il dottor Bertolini scrive anche"sulla riforma delle manette ai ricoverati e sulla precauzione nell'annessione degli stessi". Ci da' notizie del trasloco nel nuovo  ospedale dei primi 20 ricoverati. Inizia la pubblicazione di un prospetto statistico-psichiatrico e tenta una classificazione dei ricoverati secondo i nuovi indirizzi (siamo ai tempi di Esquirol).  
1832 Si sta formando la nuova biblioteca dell'Ospedale con acquisto di libri e abbonamenti a riviste, il dottor Bertolini stampa un'opera molto apprezzata, così anche il farmacista dottor Giordano pubblica un trattato di farmacia. Un benefattore regala le opere di San Giovanni Crisostomo che vengono utilizzate per una lotteria.
1833 In seguito alla minaccia del Colera, la Città di Torino chiede di utilizzare i locali già costruiti come lazzaretto. Per evitare il pericolo di tale occupazione, la Direzione stabilisce di alloggiare in questi locali 40 malati, scelti tra i più tranquilli, durante la notte: di giorno si recavano nel vecchio ospedale attraverso un sottopassaggio. Il Governo chiede di affittare una delle ali dell'edificio per alloggiarvi delle truppe, ma anche questo rischio fu evitato.
1834 Dopo un'inchiesta sull'operato del Talucchi e della Direzione, condotta dall'ing. Mosca, che  si conclude favorevolmente, il Re ordina la sospensione dei lavori fino a quando non si fossero raccolti i mezzi necessari e suggerisce di visitare e studiare alcuni tra i più noti manicomi d'Italia e di Francia. 
 La richiesta da parte dell'Autorità Militare di occupare il nuovo edificio fa sì che i lavori vengono attuati sollecitamente, per poter occupare metà del fabbricato con i malati, lasciando ai Militari il vecchio Ospedale: il trasloco dal vecchio al nuovo Manicomio viene attuato sotto la sorveglianza di una apposita Commissione. 
Il Re Carlo Alberto visita il nuovo edificio, accompagnato dal celebre alienista francese Esquirol.
Il Re esprime la sua soddisfazione autorizzando la prosecuzione dei lavori ed aumentando la pensione dei ricoverati poveri da L.200 a L.225 annue. 
1835 Scoppia l'epidemia di colera,  la Direzione emana norme rigidissime per l'isolamento dell'Ospedale.
1836 Essendo stata decretata una generale riforma di tutte le Opere Pie, anche la Direzione del Regio Ospedale viene invitata a formare un nuovo regolamento, con una netta separazione tra Ospedale e Confraternita; la Direzione istituisce una propria Commissione che  indugia eccessivamente ad eseguire l'ordine ricevuto, per cui il Re affida la stesura del nuovo regolamento ad una speciale giunta composta da dieci membri, tra cui il Medico Primario dott. Bertolini.
1837 Viene trasmessa alla Confraternita la parte di regolamento riguardante i rapporti tra i due Enti. La Confraternita respinge il regolamento proposto, asserendo che sarebbe stata privata di tutti i suoi beni ed invocando i diritti e privilegi concessi in passato. La Giunta, col consenso del Sovrano, cancella la parte del regolamento che riguarda la separazione tra Confraternita ed Ospedale, lasciando insoluta la questione. 
Il Re Carlo Alberto, con Regio Decreto del 20 maggio, approva il nuovo Regolamento, che resterà in vigore fino al 1909.
Successivamente, con Regio Biglietto, viene nominata la nuova Amministrazione. Le condizioni finanziarie dell'Opera Pia erano misere, poiché nella costruzione del nuovo edificio si era esaurita ogni disponibilità: le spese del vitto e del vestiario sono gravose, tanto che il Re fa inviare all'Ospedale la biancheria messa fuori uso dalla Corte.
1842 Malgrado l'ultimazione del nuovo Ospedale, continua l'assillante questione dell'affollamento: l'Amministrazione presenta alla Segreteria di Stato una relazione per ottenere i mezzi necessari all'ampliamento.
1845 Il Re Carlo Alberto compie una seconda visita al Manicomio, esprimendo il suo gradimento "per il lodevole modo con cui era tenuto il pio Stabilimento"; il Governo decide di elevare la retta dei poveri a L.260 annue.
1848 La Direzione del Regio .Manicomio di Torino, per la prima volta in Italia, chiede che venga istituita una cattedra per l'insegnamento della psichiatria.  In Inghilterra l'insegnamento della psichiatria era iniziato nel 1758, in Germania nel 1800, in Francia nel 1817.
1850 La cattedra di Psichiatria viene  affidata al dottor Bonacossa, che la tenne fino alla morte
1851 In una relazione del Direttore si propone la costruzione di un nuovo ospedale, poiché il numero dei ricoverati in pochi anni ha superato i 500, mentre la capacità dei locali è di soli 400.
In questa relazione si sostiene che il locale più idoneo potrebbe essere  quello della Certosa di Collegno. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui Villa Cristina a Savonera ed altri locali a Rivalta.
1852 La voce che circola in città, dell'intenzione di trasportare tutto il Manicomio a Collegno, viene raccolta dai giornali. La Direzione interpella il Ministero per sapere se detta voce corrisponde a verità: viene risposto che non era stato ancora stabilito nulla, ma le vengono trasmesse ufficiosamente le planimetrie della Certosa. L'Amministrazione, esaminate le planimetrie, si dichiara favorevole all'acquisto della Certosa dai Padri Certosini.  I Certosini, temendo la ventilata soppressione delle corporazioni religiose, offrono al Governo l'occupazione gratuita temporanea di una parte del loro Convento, per sfollare il Manicomio di Torino, la cui situazione, in una relazione del Medico Primario, sta diventando sempre più pericolosa a causa del sovraffollamento.
L'Amministrazione  accetta la proposta con entusiasmo. A causa della clausura vigente nel convento, si decide di trasferirvi i ricoverati maschi e tranquilli, affidati al Medico Ordinario dott. Porporati. Viene effettuata, malgrado difficoltà e resistenze da parte dei Padri Certosini che avevano intuito l'intenzione di una occupazione definitiva, l'occupazione stabilita e viene approvato il "Regolamento per la succursale di Collegno".
1853 Il Governo, preoccupato per una nuova epidemia di colera, con una nota firmata da Urbano Rattazzi, comunica alla Direzione la decisione di far occupare la Certosa per gravi motivi di salute pubblica e la invita a prenderne immediato possesso. Appena effettuato il trasloco da Torino di parte delle donne, viene affidato al Medico Primario dott. Bonacossa l'incarico di presentare un completo progetto per "l'erezione di un Manicomio che onori il paese e sia capace ed adatto alle esigenze tutte".
1854 Il colera provoca numerose vittime sia nell'ospedale di città che nella succursale di Collegno.
I ricoverati sono 511 (293 a Torino, 218 a Collegno)
1855 Viene sancita la soppressione delle Corporazioni religiose, i cui beni vengono amministrati dalla Cassa Ecclesiastica, che subito esige un canone d'affitto da parte del Regio .Manicomio per la Certosa. La Direzione pertanto inizia le trattative d'acquisto, mediate l'intervento del Governo, che fissa il prezzo d'acquisto in L.340.000.
1856 Viene stipulato l'atto notarile di cessione: la Certosa di Collegno, con tutti i suoi terreni annessi, entra a far parte del patrimonio dell'Ente. Negli anni successivi, accantonata l'idea di trasferire completamente l'Ospedale da Torino a Collegno, viene incaricato l'ing. Ferrante per elaborare un progetto che permettesse di usufruire dei fabbricati già esistenti e contemporaneamente di costruire nuovi edifici man mano che ce ne fosse la necessità e si possedessero i fondi.
1860 Con l'unità dell'Italia torna il problema mai risolto dell'eccessivo numero dei ricoverati.
Con  Nizza e Savoia, la Francia deve prendersi anche i ricoverati già provenienti da queste regioni: anche i maniaci diventano francesi.
1868 Per il "sollievo" dei ricoverati si ricorre alla musicoterapia, ancor oggi utilizzata.
1876 Il dottor Porporati fa adottare la istituzione delle storie cliniche per ciascun ricoverato.
La sua produzione scientifica è assai ampia, sia come medico dell'Ospedale che come insegnante di psichiatria. Viene istituita in Collegno, su proposta del dottor Carlo Lombardi, la Colonia Agricola, che diventa vera azienda agricola, divisa in Cascina ed Orti, con culture modello ed allevamento del bestiame.
1879 A causa dei continui dissensi tra l'Ospedale e la Confraternita del Sudario, dalla Regia Direzione viene nominata una Commissione, cui fu chiamato a far parte anche il Priore, per studiare i rapporti tra i due Enti.
1880 A Torino Cesare Lombroso diventa sempre più importante e si reca  sovente nel Regio Manicomio con i suoi numerosi studenti; non sempre i rapporti tra la Direzione e l'illustre fondatore dell'Antropologia Criminale sono buoni:
Viene chiamato alla Direzione del Manicomio di Torino Enrico Morselli,  già direttore del Manicomio di Macerata e Libero Docente di Psichiatria a Pavia; ha 28 anni; la Facoltà gli offre la cattedra di Psichiatria. Verrà poi chiamato presso l'Università di Genova, dove si trasferirà nel 1885. 
La Direzione, pressata da difficoltà economiche, riduce il numero degli Ecclesiastici: il Rettore per il Manicomio ed il Vice-Rettore per la Confraternita. La Confraternita inizia una lunga causa davanti al Tribunale di Torino per ottenere la separazione dall'Ospedale.
Viene proposta l'istituzione della "Società di patrocinio per i poveri dimessi dal Manicomio", primo esempio di una comunità di ex ricoverati, che ancora esiste ed è attiva.
1885 Alla presenza di S.A. il Principe Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta, la Regia Direzione inaugura l'Istituto Neuro-patologico del Manicomio, fondato per incrementare gli studi psichiatrici.
Viene resa obbligatoria l'autopsia e l'indagine microscopica e batteriologica nei laboratori anatomo-patologici di Torino e di Collegno e nei laboratori clinici istituiti contemporaneamente per la ricerca biologica.
1888 Il dottor Antonio Marro fonda la  rivista "Annali di Freniatria".  Pubblica lavori di sociologia, antropologia generale e criminale. Le sue opere fondamentali sono "I Caratteri dei Delinquenti" e "La pubertà studiata nell'uomo e nella donna in rapporto all'Antropologia, alla Psichiatria, alla Pedagogia ed alla Sociologia", definita dal Lombroso "libro aureo".
1897 Viene costruita in Collegno la grandiosa lavanderia a vapore, in un solo vano di metri 100 per 12, alto 7,50, dove si lavavano 97.000 capi al mese.
1904 Viene istituita una nuova legge sui Manicomi ed alienati. L'onere del mantenimento dei mentecatti poveri viene assegnato alle Province, per cui il Regio Manicomio assume il servizio per conto della Provincia di Torino. In base a questa legge, che provocò anche critiche e delusioni, chiunque ritenesse un individuo pericoloso a sé o agli altri poteva chiedere l'internamento in manicomio, tramite un certificato medico presentato al pretore; il pretore a sua volta poteva disporre il ricovero per un mese per l'osservazione attuata dal direttore del manicomio. L'autorità giudiziaria aveva il pieno controllo di ammissioni e dimissioni, il Medico Direttore aveva piena autorità nell'istituzione.
1907 Un dissidio sorto per il Servizio Sanitario porta alle dimissioni della Direzione in carica.
Assumono la gestione del Manicomio vari Commissari Regi che preparano la riforma dello Statuto dell'Opera Pia.
1909 Viene emanato un regolamento che modifica la legge del 1904: si prevedono locali di isolamento per i ricoverati pericolosi, gli infermieri sono considerati responsabili dei ricoverati loro affidati e non possono usare mezzi di contenzione senza l'autorizzazione del medico. Si accettano le dimissioni sperimentali e si aiutano i familiari che assistono i malati in casa propria. A Torino viene approvato con Regio Decreto del 29 luglio il nuovo Statuto dell'Opera Pia.
1910 Entra in carica la nuova Amministrazione: elabora il "Regolamento Organico dell'Opera Pia", che riorganizza tutto il servizio medico ed amministrativo.
1911 Si ripresenta il problema del sovraffollamento: il numero dei ricoverati, che fino al 1904 era rimasto sulla media di 1600, per varie cause supera i 2500. Viene ricoverata nel Regio Manicomio Ida Salgari, moglie di Emilio Salgari. Lo scrittore morirà suicida poco dopo.
1913 Sorge sulla strada di Pianezza il Ricovero Provinciale, costruito dalla Provincia: la sua gestione e' affidata al Regio .Manicomio.  Poiché il numero dei ricoverati continua ad aumentare vertiginosamente, il nuovo Ospedale si rivela insufficiente, per cui viene acquistato un terreno a Grugliasco e le due Amministrazioni redigono un progetto di un nuovo grande Istituto, che avrebbe anche permesso di chiudere il sempre inadeguato Ospedale di Torino. Lo scoppio della prima guerra mondiale costringe a sospendere l'esecuzione del progetto.
1920 Nell'immediato dopoguerra, l'Amministrazione, di fronte ai movimenti di agitazione del personale salariato, non riuscendo a farvi fronte, si dimette; viene nominato un Commissario Prefettizio che riesce a ricomporre l'Amministrazione regolare. L'affollamento assume proporzioni allarmanti: i ricoverati sono oltre 3300, per cui si trasferiscono malati in altri Manicomi del Regno.
1925 Visita l'Ospedale di Torino S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, duca di Aosta, che conferma la protezione sempre accordata da Sovrani e da Principi a questa Istituzione.
1928  Il numero dei ricoverati e' il seguente:
Ospedale Psichiatrico di Collegno               2109
Ospedale Psichiatrico di Torino                     756
Ospizio Provinciale (strada Pianezza)           574
                                    TOTALE                      3439
Inizia la costruzione del nuovo ospedale di Grugliasco, da parte delle Amministrazioni delle Province di Torino e di Aosta (appena costituitasi) e del Regio Manicomio. 
1929 Il Regio Manicomio cambia nome:  vengono denominati ospedale psichiatrico o Istituto psichiatrico
1931 Entra in vigore il "Codice Rocco" che introduce nel campo della psichiatria nuove norme sul "manicomio criminale"; in base all'art.604 i malati di mente vengono iscritti nei casellari giudiziari così come i delinquenti.
1932 Dopo trasferimenti parziali, e' occupata totalmente la Casa di Grugliasco con 151 ricoverate provenienti da Torino e 40 dal Ricovero Provinciale (Savonera); grazie a questo parziale sfollamento, la Casa di Torino e' completamente ripulita. 
1934 Viene aperto il nuovo Ospedale per i "pensionanti", denominato "Ville Regina Margherita", la cui costruzione era iniziata nel 1931.
1935 Il Regio Manicomio offre materiali metallici alla Patria: Kg 600 di ferro e Kg 900 di ghisa. Anche l'oro e' offerto alla Patria:
"Si dispone la consegna al Fiduciario del Primo Gruppo Rionale "Arnaldo Mussolini" di tutti gli oggetti di oro od apparentemente d'oro già appartenenti a ricoverate ora dimesse o defunte".
 1937 E' nominato Medico Direttore dei "Regi Ospedali Psichiatrici di Torino" (questa nuova dizione sostituisce il termine 'Manicomio')
1938 Leggi razziali:
 "Per dare esecuzione alle disposizioni dette Leggi razziali progettate dal Consiglio dei Ministri il 10 novembre, ho richiesto ai nostri sanitari di razza ebraica la denuncia della loro posizione nei riflessi della Legge stessa […] e le particolari esigenze del servizio per la sostituzione con elementi ariani".
 Eguale indagine sarà fatta in via precauzionale per i salariati. Aperta la discussione prendono la parola vari Consiglieri che raccomandano di provvedere sollecitamente all'esonero dal servizio dei medici ebrei. Il Presidente riferisce:
"In relazione alla deliberazione del Consiglio di Amministrazione sulla applicazione del R.D.L. sulla difesa della razza italiana, ho l'onore di riferire:[…]  ho notificato ai dottori Imber, Levi, Treves, il loro collocamento in congedo dal 1 gennaio 1939 con invito a lasciare il servizio per tale data […]. Ho denunciato a S.E. il Prefetto i nomi dei Sanitari ebrei ed i provvedimenti adottati.... e la modifica del Regolamento per l'esclusione degli ebrei dai concorsi e nomine".
1939 A Roma Ugo Cerletti propone di utilizzare al posto del cardiazol la corrente elettrica, per provocare una crisi epilettica ritenuta terapeutica: l'elettroschok si diffonde rapidamente.
Viene acquistato un Apparecchio Elettroshoch della ditta Officine Elettriche Italiane al costo di Lire 4.600. 
A Torino vengono acquistate 250 maschere antigas al costo di Lire 63,50 cadauna, per adempiere all'obbligo della loro distribuzione ai dipendenti degli Enti Pubblici. Le squadre di pronto soccorso organizzate negli Ospedali Psichiatrici partecipano a grandi esercitazioni militari, "nel presupposto attacco di aeroplani sulle città", meritando l'elogio di S.E. il Prefetto. In conseguenza dei sempre più numerosi richiami sotto le armi, vengono predisposte norme per la corresponsione ai dipendenti dello stipendio e per la conservazione del posto di lavoro.
1940 Vengono emanate norme per un rigoroso controllo delle razioni alimentari e per le razioni di zucchero e caffè per i ricoverati, per evitare "ogni possibile abuso e traffico". In seguito al divieto di adoperare combustibili esteri, e' necessario trasformare le caldaie in tutte le Case ed acquistare notevoli quantità di lignite, carbone e legna di produzione italiana. Le squadre sanitarie e di pronto intervento in bicicletta degli Ospedali Psichiatrici continuano a partecipare ad "esperimenti di protezione antiaerea". Sono decise alcune "provvidenze di guerra […] venne disposto per l'oscuramento parziale di nostri Istituti mediante verniciatura di vetri, applicazione di carta oscura, […] soppressione di lampade dei viali, giardini, porticati. Vennero inoltre attrezzati i rifugi per i malati e per il personale e dove non era possibile il rifugio vennero scavate trincee".
Continuano le difficoltà per sostituire i sanitari richiamati alle armi.
Il Medico Direttore Generale dottor Giovanni Marro chiede il collocamento a riposo, e' sostituito per incarico dal dottor Vitige Tirelli. Si chiede al Prefetto e si ottiene l'esonero dall'obbligo della rimozione delle cancellate in ferro esistenti nelle varie case. La razione di pane e' ridotta a 350 grammi al giorno per persona. Viene festeggiato il Dott. Prof. Vitige Tirelli che ha compiuto 50 anni di servizio nei Regi Ospedali Psichiatrici.
1941 La razione di pane e' ridotta a 230 grammi al giorno per persona. La guerra e' vicina:
"Durante l'ultima incursione aerea nella notte un proiettile della nostra artiglieria antiaerea colpiva all'altezza del tetto il padiglione n.6 di Collegno, schiantando una piccola parte del tetto e producendo un largo foro nel muro del locale dormitorio degli infermieri, producendo ad un infermiere che si trovava a letto una lievissima graffiatura sulla fronte".
1942 Produzione di sapone autarchico :
"Utilizzando le particelle di grasso raccolte nelle acque di lavaggio dei recipienti di cucina e' stato fabbricato sapone da bucato, nella misura di kg 150".
Nel reparto Medico Pedagogico di Grugliasco, alla presenza del Segretario Politico e della Fiduciaria del Fascio Femminile di Collegno, vengono distribuite le tessere di Balilla e di Piccole Italiane. In occasione della trebbiatura del grano, il 25 luglio, il Federale di Collegno viene alla cascina dimostrando interesse per l'Azienda Agricola e promettendo una prossima visita all'ospedale. 
Il Consiglio d'Amministrazione si riunisce in seduta straordinaria con un unico ordine del giorno, in merito ai danni per le incursioni aeree ed ai provvedimenti per lo sfollamento. I danni furono notevoli:
"L'Ospedale di Torino Città ebbe per primo a subire le conseguenze del bieco livore nemico nell'incursione della notte dal 20 al 21 novembre"
Una bomba dirompente caduta nel giardino ha rotto tutti i vetri, scardinato porte, scoperchiato parti dei tetti, lesionato muri, per cui due reparti risultano inabitabili. Danni gravi hanno subito arredi, mobili, quadri, la sala operatoria. Nell'incursione nella notte dal 28 al 29 novembre alcuni spezzoni incendiari provocano incendi domati dal personale. L'incursione della notte dal 8 al 9 dicembre completa l'opera di distruzione, a causa di una bomba dirompente caduta in corso Principe Eugenio, angolo con corso Regina Margherita, con crolli di parte dei soffitti; sono distrutti anche materassi, letti, biancheria, vestiario, uffici vari; e' completamente distrutto anche il laboratorio di falegnameria. Fortunatamente non ci fu nessuna vittima e nessun ferito, anche se le ricoverate nei loro letti furono ricoperte di vetri e schegge. Sul Ricovero Provinciale dal 28 al 29 novembre cadono centinaia di spezzoni incendiari che oltre ai gravi danni materiali provocano la morte di una ricoverata. Nell'Ospedale di Collegno in questa notte non si verifica nessun danno, anche se in città si contano 6 morti. A Grugliasco cadono tre bombe dirompenti, che provocano la morte di una ricoverata, mentre altre sette rimangono ferite. Sempre nell'ospedale di Grugliasco nella notte tra l'8 e il 9 dicembre cadono altre 5 bombe dirompenti che rendono i locali completamente inabitabili: nessuna vittima perche' l'ospedale era stato in precedenza sfollato. Durante quest'ultima incursione anche l'ospedale di Collegno, che finora era stato risparmiato, subisce violenti incendi che distruggono il teatrino, il parlatorio, la biblioteca scientifica, il laboratorio biologico con tutte le apparecchiature e  gli strumenti scientifici. I danni ammontano a parecchi milioni. Molti ricoverati, con l'aiuto della Fiat e dei Comandi militari, che mettono a disposizione gli automezzi, vengono rapidamente sfollati in altri ospedali e case di cura in tutto il Piemonte ed in altre regioni d'Italia.
1943 Il comando della 13esima Batteria Tedesca antiaerea di stanza a Collegno chiede di potersi allacciare alla linea elettrica interna dell'ospedale, per l'illuminazione del proprio alloggiamento situato presso la lavanderia. L'autorizzazione viene concessa e viene posto un apposito contatore, poiche' il comandante tedesco dichiara che avrebbe provveduto al rimborso spese.
Intanto più di 1800 ricoverati sono sfollati in vari ospedali del Piemonte, Veneto, Lombardia, Toscana e Friuli, ritenuti più sicuri. Vengono costruiti e rafforzati i ricoveri antiaerei per i ricoverati ed il personale nelle varie Case. L'Amministrazione delibera aiuti (vitto ed alloggio) per le famiglie dei dipendenti sfollati e sinistrati.
1944 Cade l'appellativo "Regio": "Circa l'eliminazione di tutte le intestazioni, indicazioni ed insegne comunque riferentisi alla ex-casa regnante ed ai suoi componenti", l'Opera Pia assume la denominazione di "Ospedali Psichiatrici". Anche l'ospedale di Grugliasco e' denominato "Istituto Interprovinciale per Infermi di Mente" e si vuole cancellare dalla facciata la dicitura "Vittorio Emanuele III". Nel corso di questo anno si verificano numerose visite di sconosciuti armati nei vari ospedali, che rubano automobili, un cavallo con carretto, farina, olio, coperte, materiale sanitario.
1945 Si riunisce in una sala degli Ospedali Psichiatrici di Torino il Comitato di Liberazione Nazionale per gli Ospedali: esso e' formato dal Medico Direttore, del Partito di Azione; da un Medico Capo Sezione, Demo-Cristiano; un altro Medico Capo Sezione, del Partito Liberale; un Vice Ragioniere, del Partito Comunista; tre Infermieri, del Partito Comunista.
"Dopo aver inviato un commosso saluto alle valorose formazioni del Corpo Volontari della Libertà ed alle Truppe Alleate, artefici della liberazione della Patria, il Comitato e' passato all'esame delle questioni più urgenti".
Il Comitato dichiara decaduto il Commissario Prefettizio "stato nominato a suo tempo dalle sedicenti autorità della R.S.I."; decide di trasformarsi in Giunta Amministrativa Provvisoria che provvederà all'ordinaria amministrazione degli Ospedali fin quando da parte delle autorità  competenti sarà nominata una amministrazione regolare. In seguito rientrano gli ammalati sfollati negli ospedali di varie regioni d'Italia. E' riammesso in servizio il personale a suo tempo allontanato a causa di provvedimenti razziali o politici. Vengono tolte le mine sparse dai tedeschi nel territorio delle Ville Regina Margherita durante l'occupazione di questo ospedale. 
1949 Incominciano gli scioperi del personale per l'aumentato costo della Mensa Aziendale e per ottenere acconti sui futuri miglioramenti salariali: l'Amministrazione delibera di sospendere gli aumenti e di concedere gli acconti. Siamo nel 1949 e l'orario di lavoro e' di 56 ore settimanali. 
1953 Nell'immediato dopoguerra inizia la ricostruzione delle parti degli Ospedali Psichiatrici di Torino danneggiate dai bombardamenti e vengono attuati miglioramenti alle strutture.
La ricostruzione inizia nel 1945 e termina nel 1953
Nel corso degli anni 1960 si modifica profondamente il contesto sociale e politico; nuove correnti psichiatriche mettono al centro del loro interesse l'uomo con le sue esigenze e motivazioni.
Nel corso del medesimo periodo alcuni fattori, al di là dei conflitti ideologici, contribuiscono a determinare il progressivo svuotamento degli Ospedali Psichiatrici e la cessazione della loro funzione storica. Anzitutto è fondamentale la scoperta e l'introduzione degli psicofarmaci negli Ospedali Psichiatrici e nei servizi ambulatoriali. Vengono inoltre attivati ed iniziano ad operare i C.I.M. (Centri di Igiene Mentale), che sono rapidamente potenziati; sono aperti i servizi di Neuro-Psichiatria Infantile e si potenziano i Servizi Socio assistenziali. Franco Basaglia inizia da Gorizia un rinnovamento che modificherà profondamente le condizioni dei malati di mente ed il destino delle istituzioni che li ospitano. In contraddizione e conflitto con il nuovo modo di concepire la psichiatria, a Collegno si costruisce un nuovo padiglione dell'Ospedale Psichiatrico "Ville Regina", denominato "Villa Rosa" e nell'area dell'Ospedale di Grugliasco si inizia la costruzione di un nuovo padiglione, che non sarà mai utilizzato come ospedale psichiatrico. I ricoverati sono circa 5000, nelle varie case, ma le nuove risposte che offre un ambiente socio-culturale e scientifico ormai profondamente mutato determinano un calo costante dei ricoverati in ambiente psichiatrico.
1968 Viene approvata la legge 431 sull'assistenza psichiatrica e sulla salute mentale, sulla base di un progetto di legge presentato dal ministro Mariotti. Viene abrogato l'articolo 604 del Codice Rocco del 1931, che imponeva l'iscrizione dei malati di mente sul Casellario Giudiziario, si rendono possibili i ricoveri volontari, viene introdotta la figura professionale dello psicologo negli Ospedali Psichiatrici.
Nel corso degli anni 1960 si modifica profondamente il contesto sociale e politico; nuove correnti psichiatriche mettono al centro del loro interesse l'uomo con le sue esigenze e motivazioni.
1969 Vengono aperte le prime Comunità terapeutiche
1970 In seguito ad un accordo tra il Presidente della Provincia di Torino Borgogno e la Presidente dell'Opera Pia Ospedali Psichiatrici Anna Maria Vietti,  vengono attuati i "Servizi Psichiatrici di Zona"; in seguito a questo accordo, per cui la Provincia mette a disposizione le strutture e l'Opera Pia il personale, diventa possibile l'apertura degli Ambulatori Psichiatrici sul territorio. Viene aperto un "Atelier di libera espressione" nell'Ospedale "Ville Regina Margherita" (reparto aperto di Villa Verde) a cura dello psicologo dottor Giorgio Tribbioli, con personale volontario; venne organizzata una mostra di pittura con opere realizzate dai degenti.
1971 Viene aperto il primo Ambulatorio Psichiatrico territoriale, a Settimo Torinese, dal dottor Enrico Pascal. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Opera Pia Ospedali Psichiatrici è Andrea Prele. Viene chiuso il "Reparto aperto degli Ospedali Psichiatrici", denominato "Villa Verde", che diventa il reparto 7 dell'Ospedale "Ville Regina Margherita".
1972 Viene aperto il primo ambulatorio psichiatrico sul territorio di Collegno, frazione Regina, in via San Massimo. dal dottor Annibale Crosignani. Gli operatori hanno in carico il Servizio Psichiatrico Territoriale del "Settore 5 Torino-Ovest", che comprende la zona Ovest di Torino, i Comuni di Grugliasco, Collegno, Rivoli e Susa.
1973 Viene chiuso l'Ospedale Psichiatrico di Torino, situato in via Giulio e popolarmente chiamato "l'albergo dei due pini" (che effettivamente ornavano l'ingresso principale).
Le donne ricoverate vengono trasferite a Collegno, Ospedale "Ville Regina", nel nuovo padiglione di "Villa Rosa".
1974 Viene chiuso l'"Istituto Psico-Medico-Pedagogico Villa Azzurra" nell'Ospedale di Grugliasco. Fino ad allora i bambini handicappati fisici o psichici gravi erano ricoverati in Ospedale Psichiatrico: a Villa Azzurra erano ricoverati nel 1970 circa 60 bambini, dai tre ai quattordici anni.
I bambini sono in parte restituiti alle famiglie di origine, in parte sono inseriti in altri istituti, altri vengono trasferiti a cura della Provincia di Torino nella Villa del Mainero, ristrutturata per ospitarli.
1978 Il dottor Giuseppe Luciano pubblica, pochi mesi prima dell'approvazione della legge 180, un libro intitolato "Sviluppi dei fondamenti culturali e delle strutture operative della psichiatria nell'evoluzione della medicina dalla clinica all'unità locale, alcuni aspetti della linea di tendenza della riforma dell'assistenza psichiatrica", in cui dimostra con l'appoggio di precise statistiche, il rischio che "i malati di mente, ... reclusi nei Manicomi, ..., con la nuova istituzione psichiatrica, deospedalizzati dai Manicomi, (vengano) prevalentemente "ospitati" nelle strutture ospedaliere convenzionate" (private).
1979 La chiusura delle varie sedi ospedaliere è resa possibile dalla costante riduzione del numero dei degenti, che nel corso degli anni ha avuto il seguente andamento:
1968: 4.633           1972: 3.385             1976: 2.684
1969: 4508            1973: 3.037             1977: 2.492
1970: 4.054           1974: 2.937             1978: 2.176
1971: 3.634           1975: 2.834             1979: 1.710
Nella prima "Bozza per un progetto di superamento degli OO.PP. di Torino" il prof. Agostino Pirella propone la costituzione di "comunità protette per handicappati, con conduzione non istituzionale e finalità riabilitative", propone ed attua un censimento degli handicappati ricoverati nei reparti dell'Ospedale Psichiatrico.
1980 Gli Ospedali di Collegno e di Ville Regina Margherita sono unificati con la denominazione "Ospedale di Collegno".
Nasce la prima Comunità handicappati presso il reparto 6 dell'Ospedale "Ville Regina", promossa dal dottor Luigi Tavolaccini, con 8 ospiti dai 20 ai 30 anni di età. Entra per la prima volta in O.P. la figura dell'Educatore Professionale
1983 Vengono aperte altre comunità per handicappati psico-fisici dimessi dai reparti: inizia il "Progetto Handicappati" sorto per restituire dignità a persone che un tempo erano ricoverate in manicomio in modo indiscriminato. Apre il Centro Sociale Basaglia con funzioni risocializzanti e riabilitative.
1984 Il Comitato di Gestione dell'USSL 24 delibera la chiusura della sede ospedaliera di Grugliasco.
1988 Viene rinnovata e potenziata l'Unità Terapeutica Diurna come valido strumento di superamento dei reparti d'ospedale psichiatrico ancora esistenti.
1992 E' aperta e potenziata la nuova sede del Centro di Salute Mentale, presso il poliambulatorio di via Oberdan. Viene aperto un Centro Terapico Psichiatrico per 12 posti residenziali al "Barrocchio", uno dei pochi esistenti in Regione. Viene aperto in Corso Francia il Centro psico-socio-riabilitativo rivolto soprattutto ai giovani. L'ex reparto "1/12" di Collegno, opportunamente ristrutturato, è trasformato in Centro diurno e residenziale : ospita altri 20 handicappati dimessi dall'Ospedale Psichiatrico. Ancora 10 handicappati ex ricoverati nei reparti sono inseriti nel nuovo Centro Residenziale aperto in seguito alla ristrutturazione dell'ex reparto 6 delle "Ville Regina"
1993 Vengono aperte  nuove Comunità per anziani e psicotici  per complessivi 65 posti nell'ex reparto 6 di Collegno, adeguatamente ristrutturato.
1997/1998 Dopo l'avvio del Dipartimento di Salute Mentale, diretto dal Prof. Pier Maria Furlan, si impone la necessità di superare definitivamente l'Ospedale Psichiatrico tramite la chiusura delle ultime comunità che ancora esistono all'interno dell'ex ospedale e la contemporanea apertura di strutture di varia tipologia, quali comunità esterne, alloggi supportati, inserimenti eterofamiliari  […].

Altra fonte:  Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941  pag 124

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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