CORMOS Ospedale Vittorio Emanuele III - Ospedali d'Italia

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CORMOS Ospedale Vittorio Emanuele III

Ospedali Nord est > Regione Friuli Venezia Giulia > Provincia di Gorizia

Il più antico ospedale di Gorizia di sicura conoscenza è quello sorto nel 1650 per opera del nobile barone Vito Delmestri  affidato alle cure dei Fatebenefratelli.
Un secolo più tardi il marchese Francesco Alvarez di Menesses, con testamento del 16 settembre 1753, lasciava tutta la sua sostanza per la fondazione di un orfanotrofio nel quale dovevano trovare ricovero e istruzione venti orfani, oltre a sei posti-letto per infermi poveri. Il fabbricato fu ultimato nel 1757 e nell'anno successivo l'orfanotrofio, con annesso Ospedale, fu inaugurato.
Nell'anno 1777, per ordine sovrano di Maria Teresa, gli ospedali minori della città, come quelli della Provincia esistenti a Carlis, Aquileia, Cormons e Gradisca, venivano soppressi e le relative rendite, unitamente alle collette, furono riunite in un unico « Fondo generale dei poveri », che doveva sopperire alle spese di mantenimento di tutti i poveri, compresi gli infermi, i quali vennero concentrati nella Casa di fondazione Alvarez.
In questa forma l'Ospedale continuò la sua attività fino all'anno 1786, in cui avvenne la fusione dell'Ospedale stesso con quello dei Fatebenefratelli. Le guerre napoleoniche furono causa di difficoltà non indifferenti : nel 1814 si ebbe l'abbandono dell'Ospedale da parte dei Fatebenefratelli ed il passaggio dell'ammini-strazione al Magistrato della città; nell'anno successivo però l'amministrazione passò nuovamente ai Fatebenefratelli.
Ma l'Ospedale si dimostrò ben presto insufficiente ai bisogni della città e venne quindi in proposito la sovrana risoluzione del 1820 con la quale l'Imperatore Francesco I ordinava la creazione di un istituto dei poveri denominato «Unione per amore del prossimo », che aveva lo scopo di provvedere ai bi-sogni dei poveri e di combattere l'accattonaggio e l'ozio. Per la città di Gorizia la risoluzione venne comunicata con nota circolare del Capitano in data 30 agosto 1820, ed un'apposita Commissione fu nominata con incarico di organizzare il nuovo Istituto. La Commissione, riunitasi per la prima volta il 14 settembre 1821, riceveva in consegna il primo ottobre successivo, dal benefattore Giacomo Vogel, la casa di via Dreossi, nella quale fu provveduto a dare ricetto a 66 poveri ammalati.
Tale data segna l'inizio più prossimo dell'Ospedale femminile.
Nel 1857 l'Ospedale veniva dichiarato pubblico e, in seguito ai lasciti del Duca d'Angouleme e più tardi di Giuseppe Dreossi, che lasciò l'Ospedale erede di tutta la sua sostanza, l'edificio ebbe vari ampliamenti, fra i quali più notevoli le costruzioni avvenute nell'anno 1877.
L'amministrazione dell'Ospedale continuò ad essere tenuta dalla Commissione di beneficenza finchè, nel 1890, la Commissione stessa venne sciolta e la proprietà e l'amministrazione furono trasferite al Comune di Gorizia.
L’ospedale continuò a funzionare fino al maggio 1915 quando per le vicende belliche le ammalate dovettero essere trasferite a Trieste. Durante la guerra l'edificio andò completamente distrutto. Solo nel 1921 l'Ospedale di Gorizia ripreso la sua attività, intitolato all'augusto nome del Re Liberatore. La nuova sede prescelta si dimostrò ben presto troppo angusta, tanto è vero che fu necessario suddividerla in due distinti fabbricati, uno riservato alla chirurgia e l'altro alla medicina.
Con la costruzione del nuovo Ospedale « Vittorio Emanuele III » il problema ospedaliero di Gorizia ebbe finalmente una degna risoluzione.
L'Ospedale Civile « Vittorio Emanuele III » trae dunque origine dal Civico Ospedale femminile, esistente prima della guerra mondiale, e ha una sistemazione provvisoria in due edifici separati, distanti fra loro e costruiti per altri scopi. Tale situazione è fonte di numerosi inconvenienti, non solo di ordine amministrativo ed economico, ma pure d'ordine tecnico, in quanto la scarsa adattabilità degli ambienti alle esigenze della terapeutica moderna rendono difficili e talvolta vani tutti i tentativi di razionalizzazione e di sviluppo dei vari servizi.
Eretto quindi l'Ospedale in Ente Morale col R. D. 19 ottobre 1933, n. 1610, e subentrato, il 29 luglio 1934-XII, all'amministrazione comunale il funzionamento autonomo sotto la guida di un Commissario prefettizio, fu prima cura della nuova amministrazione di dotare l'Ospedale di una nuova sede che rispondesse in tutto alle norme della tecnica ospedaliera moderna.
Il giorno 11 marzo 1935 ebbe luogo la licitazione per l'esecuzione delle opere murarie ed il 23 successivo, si diede solennemente inizio ai lavori di costruzione.
Il nuovo Ospedale sorgerà nelle immediate adiacenze dell'Ospedale psichiatrico provinciale e del Sanatorio antitubercolare dell'I.N.F.P.S., coi quali verrà a costituire il rione ospedaliero della città di Gorizia.
La costruzione è stata sviluppata in senso verticale, concentrando in un fabbricato principale tutte le ripartizioni che non debbono essere distaccate per ragioni sanitarie e di necessità.
L'Ospedale completo avrà una capacità di letti come segue:
1. Edificio centrale ospedaliero letti 350
2. Tubercolosario 50
3. Isolamento 20

Presso ogni reparto del fabbricato centrale ospedaliero sono previste due camere per isolati ed inoltre alcune stanze per ricoverati a pagamento di I e di II classe.
Il padiglione dei tubercolosi è costituito da un isolato a tre piani, con orientamento nord-ovest sud-est.
Pur essendo un fabbricato di piccole dimensioni, contiene tutti i servizi necessari, ripartiti nella maniera più conveniente.
Il reparto tubercolosi è circondato da una duplice fila di alberi ad alto fusto.

Fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano, Medici Domus, 1941



 
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