RIMINI Ospedale Infermi - Ospedali d'Italia

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RIMINI Ospedale Infermi

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Rimini > Città

Il contenuto della scheda deriva integralmente da:  La cura attraverso l’arte a cura del Conservatore del patrimonio storico e artistico AUSL della Romagna Sonia Muzzarelli.
Ci tengo a sottolineare che tutto il lavoro è stato svolto in accordo con la Direzione Generale che ne ha caldeggiato la divulgazione.
Si tratta di un “cofanetto” contenente vari opuscoli, riccamente iconografati e ricchi di bibliografia,  che riportano sia la storia degli ospedali come pure la descrizione del loro patrimonio artistico.

Per informazioni contattare: patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it


Secondo la più antica testimonianza giunta sino ai nostri giorni, il primo ospedale a Rimini risale al 1131. L'edificio era ubicato in prossimità della cattedrale.
A Rimini tra il XII e tutto il XV secolo, i documenti d'archivio testimoniano l'esistenza di 49 ospedali in città e di 72 ospedali nel contado, per un totale di 121 enti assistenziali. Questo elevato numero è in parte legato alla grande affluenza in città dei soldati e pellegrini che vi giungevano per imbarcarsi diretti verso la Terrasanta.
La razionalizzazione della rete ospedaliera si deve all'iniziativa del governatore della città Galeotto Malatesta, che nel 1486 sollecitò e ottenne dal vescovo Giovanni Rosa l'unificazione di undici ospeda-li cittadini in quello della Misericordia per sopperire alle necessità dei poveri, infermi, pellegrini, fanciulli, vedove e miserabili.
A partire dal 1582, il suo governo venne affidato a una Congregazione di quaranta persone elette in assemblea e approvate dal Vescovo.
Il primitivo ospedale trecentesco doveva presentare una tipologia edilizia piuttosto povera, comune a tutti gli hospitalia medievali: un unico edificio, stretto e allungato, affiancato alla chiesa di pertinenza.
L'attività curativa nell'ospedale era assicurata da un "cirusico", il chirurgo, e da un “fisico", il medico, che visitava quotidianamente i degenti e gli altri ospiti di quel luogo, nonché gli assistiti a domicilio.
Stretto collaboratore del medico era lo "speziale", che assisteva alle visite in corsia, riceveva le prescrizioni, confezionava i rimedi e li somministrava secondo le indicazioni ricevute. Vi era anche un infermiere il quale, coadiuvato dalla moglie e da vari "servidori", si occupava dell'accettazione e del go-verno degli infermi. Negli spazi dell'ospedale era compreso anche il luogo riservato alle inumazioni dei cadaveri dei ricoverati, distinte da quelle situate all'interno della chiesa. Esisteva inoltre una "camera dell'anatomia", documentata almeno a partire dal 1752.
Nel 1800 l'ospedale fu trasferito nell'ex collegio dei Gesuiti, che a seguito della soppressione dell'ordine religioso nel 1773 era divenuto prima sede del seminario vescovile, poi convento di San Domenico.
Nello stesso anno il nosocomio assunse la denominazione di Ospedale degli Infermi.
Dalle poche documentazioni relative a questo periodo si evince che i due piani superiori della sede del nuovo ospedale servivano per la cura degli infermi, mentre il piano inferiore accoglieva la residenza del direttore amministrativo, l'economato, la residenza dei medici, la farmacia e l'ambulatorio".
L'Ospedale degli Infermi subì importanti modifiche strutturali nei primi decenni del Novecento.
Nel 1974 venne trasferito dall'ex collegio dei Gesuiti in una nuova sede.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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