ORNAGO Fondazione Borromeo D’Adda Trivulzio - Ospedali d'Italia

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ORNAGO Fondazione Borromeo D’Adda Trivulzio

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Questa scheda è frutto del lavoro di due giornalisti del territorio che nel tempo libero si sono dedicati ad un loro  progetto editoriale "STORIE DIMENTICATE" nato nel luglio 2017 che racconta luoghi, quartieri, città, aziende e persone della Lombardia.
Il progetto  ha vissuto in versione Beta fino a febbraio 2018, facendo nel frattempo registrare una partnership con la provincia di Monza e Brianza e una collaborazione con l’Unione Artigiani della provincia di Milano e Monza Brianza. La redazione è composta da giornalisti, web strategist, grafici e fotografi freelance del territorio. Il piano editoriale è semplice: raccontare storie, vicende e curiosità del territorio lombardo.
Sembra quasi di vedere la mia storia.... alla ricerca degli ospedali italiani


https://storiedimenticate.it/sanatorio-di-ornago/


È stato uno dei centri di cura per la tisi più rinomati del Nord Italia. I pazienti arrivavano da tutte le parti del paese e persino dall’estero per godere del clima salubre e dell’atmosfera di totale riposo che garantiva. Ma oggi, dopo quasi 20 anni di abbandono totale, quel senso di pace che il Sanatorio di Ornago, a pochi passi da Vimercate, era in grado di trasmettere ai suoi ospiti, è stato soppiantato dal degrado e dall’incuria.
I vecchi reparti sono diventati edifici fatiscenti, i viali dove i pazienti passeggiavano sono diventati sentieri spettrali e anche l’antico bosco di pini silvestri che assicurava la salubrità dell’aria ha cambiato aspetto, trasformandosi in qualcosa di molto simile a un bosco delle streghe.
Ma la verità è che la storia del sanatorio di Ornago non è una storia di fantasmi e spettri, bensì di sprechi e sperperi. Infatti, inaugurato nel 1910, il complesso sanitario venne realizzato interamente coi soldi dei nobili della zona. In altre parole, gli enti pubblici non ci misero una lira e i maggiorenti della zona, in cambio dell’investimento che avevano fatto, si accontentarono del nome sui padiglioni.
Al sanatorio di Ornago era tutto gratis, compreso le cure, che dovevano aiutare a guarire le donne tisiche debilitate dal lavoro in filanda e nei campi. Il modello era quello dei grandi sanatori anglosassoni e l’idea ebbe così successo che nel giro di poco la fama crebbe e iniziarono ad arrivare malate persino da Costantinopoli o Alessandria d’Egitto.
Poi, negli anni successivi, vennero realizzati ampliamenti che portarono alla costruzione di un reparto per gli uomini e di un reparto per i pazienti a pagamento.
Ma oggi, di quel luogo di cura che per anni ha rappresentato una vera e propria di eccellenza a livello internazionale, sono rimasti solo vecchi padiglioni logorati dal tempo, dalle intemperie e dai vandali.
Il bosco di pini che una volta rappresentava un toccasana per la cura dei polmoni è abbandonato a se stesso e gli orti e i frutteti che davano serenità ai pazienti non ci sono più. Il complesso è stato chiuso definitivamente nel 1999, ma già a metà anni Settanta, quando venne accorpato all’ospedale di Vimercate, patì un forte ridimensionamento. Da allora i progetti di riqualificazione e le promesse di finanziamento si sono accavallati, ma mai nessuno è andato in porto e oggi ciò che resta sono una casa di riposo per anziani con una cinquantina di posti ricavata in un’ala e alcuni uffici amministrativi.
Com’è facile immaginare, per il tipo di attività che svolgeva il sanatorio è rimasto profondamente impresso nella memoria collettiva di Ornago e dei paesi vicini. In zona c’è chi ricorda ancora oggi la paura degli abitanti. Terrorizzati dall’idea di rimanere contagiati giravano alla larga e addirittura evitavano di fare amicizia con gli infermieri e gli inservienti che ci lavoravano. Le cure somministrate erano inadeguate rispetto alla gravità delle malattie patite, ma per gente povera già il poter godere di un paio di pasti sicuri al giorno e di un numero adeguato di ore di riposo era un risultato importante.
Insomma, il vecchio sanatorio ha rappresentato un pezzo di storia del territorio oramai completamente abbandonato a se stesso. Basta per esempio fare un giro fra i vecchi padiglioni per scoprire come migliaia di cartelle cliniche, carte fiscali, registri e altro ancora siano state abbandonate a accatastate senza nessun ordine. Lasciate a marcire per terra esposte alle intemperie, alla polvere e ai topi. Eppure, riordinati e classificati, quei documenti potrebbero rivelarsi un’inesauribile fonte di informazioni storiche. E infatti, fra i vecchi amministratori comunali, c’è chi considera il vecchio sanatorio come un vero e proprio monito ad avere maggiore cura del nostro patrimonio, sopratutto quando ci è stato regalato.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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